Diritti

Matrimoni e adozioni gay, la Francia dà il via definitivo alla legge. “Momento storico”

Il testo era stato proposto dal ministro della Giustizia Christiane Taubira il 31 ottobre scorso. L'opposizione di centrodestra ha già annunciato il ricorso al Consiglio costituzionale. Il "sì" è arrivato con 331 voti a favore, 225 contrari, e 10 astensioni

La Francia ha detto definitivamente “sì” ai matrimoni e alle adozioni gay. L’Assemblea nazionale francese ha infatti approvato la legge sulle nozze e sull’adozione di bambini da parte di persone dello stesso sesso, proposta dal ministro della Giustizia Christiane Taubira.  Dopo che la proposta era stata consegnata il 31 ottobre al Consiglio dei ministri, il testo era stato adottato il 12 aprile scorso dal Senato, ma aspettava il via libera dell’Assemblea. Semaforo verde che è arrivato con 331 voti a favore, 225 contrari, e 10 astensioni.

L’opposizione di centrodestra dell’Ump, (Unione per un movimento popolare) e dell’Udi, (Unione dei democratici e indipendenti), ha votato contro tranne che per un gruppetto che ha votato a favore o si è astenuto. Dopo l’annuncio del risultato dello scrutinio, la grande maggioranza dei deputati Ump, ha lasciato l’emiciclo. Già prima della votazione, l’opposizione francese aveva annunciato che avrebbe presentato un ricorso contro la legge al Consiglio costituzionale, prima della promulgazione. Il Consiglio avrà un mese per pronunciarsi sulla costituzionalità, poi potrà essere firmata dal presidente Hollande. 

 “E’ un momento storico‘”, è stato il commento del ministro Taubira. Tutti i gruppi di sinistra, sottolinea il quotidiano “Le Figarò”, fatta eccezione per qualche parlamentare, hanno votato a favore. La legge era stata una promessa di Francois Hollande durante la campagna elettorale ed era stata fortemente sostenuta dal presidente francese. Con il voto finale all’Assemblea nazionale, la Francia diventa il 14esimo Paese a legalizzare i matrimoni omosessuali e le adozioni gay.

La vigilia del voto era stata carica di tensione. Una lettera minatoria contenente della polvere da sparo era stata recapitata al presidente dell’Assemblea nazionale Claude Bartolone. “I nostri metodi sono più radicali e sbrigativi delle manifestazioni. Avete voluto la guerra – c’era scritto – e l’avrete”. Il testo, battuto al computer, era firmato dal gruppo “Interazione delle forze dell’ordine” (Ifo), lo stesso che già in passato ha inviato lettere di minacce a giudici e giornalisti. “Il matrimonio per tutti equivale a sopprimere il matrimonio. Passato questo ultimatum, la vostra famiglia politica soffrirà fisicamente”, hanno scritto, rivolgendosi direttamente a Bartolone.

E la protesta prima dell’approvazione si è riversata nelle piazze. Diverse migliaia di persone sono scese nuovamente nelle strade di Parigi per protestare contro la legge sui matrimoni e sulle adozioni gay. La portavoce del movimento La Manif pour tous, Frigide Barjot, all’origine di tutti i grandi cortei parigini e delle proteste davanti alla sede del Senato, conferma il corteo del 26 maggio. E’ disposta ad annullarlo solo in cambio di una promessa del presidente Hollande: un referendum popolare da sottoporre ai francesi che, secondo i sondaggi, sono favorevoli alle nozze gay, ma per lo più contrari all’adozione.

Il primo matrimonio omosessuale è già in programma a Montpellier, nel sud della Francia: a dirsi di sì saranno Vincent e Bruno, in coppia da sette anni. “Sarà un matrimonio d’amore, ma sappiamo che gli oppositori non mancheranno alla cerimonia”, dicono i due. E l’incremento degli atti di omofobia è denunciato da settimane dalle associazioni.