“Scusate se vi do la schiena, ma devo parlare dall’ambone”. Si giustifica così Papa Francesco con i concelebranti principali, i cardinali Angelo Sodano e Tarcisio Bertone, che siedono dietro al leggio dove si proclamano le letture e da dove Bergoglio, come un semplice parroco, ama tenere l’omelia a braccio. Stamane, nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico Vaticano, Messa nella memoria di san Giorgio martire, santo di cui il Papa porta il nome. Seduti nei banchi a concelebrare con Bergoglio e ad ascoltare la sua omelia tutti i cardinali residenti a Roma. Le prime parole di gratitudine sono proprio per loro: “Mi sento ben accolto da voi. Mi sento bene con voi e questo mi piace”.
Papa Francesco nella sua breve meditazione cita più volte Paolo VI: “Non è possibile trovare Gesù fuori dalla Chiesa. Montini diceva che è una dicotomia assurda voler vivere con Gesù fuori dalla Chiesa”. Bergoglio, che celebra la Messa con la croce astile di Benedetto XVI, parla della missionarietà della Chiesa, di una “Chiesa che diventa madre di più figli e ci dà l’identità cristiana che – spiega il Papa – non è soltanto un sigillo, ma è appartenenza alla Chiesa”. Nelle parole di Bergoglio ritorna la condanna della “mondanità che si negozia con il mondo” ed emerge il dipinto di una Chiesa che vive sempre tra la croce e la consolazione del Signore. “Se non siamo pecore di Gesù – scandisce il Papa ai cardinali presenti – la nostra fede è all’acqua di rose”. E poi l’invito di Bergoglio a evangelizzare con allegria “portando Gesù nel seno della Santa Madre Chiesa, come diceva sant’Ignazio, gerarchica e cattolica”.
Papa Francesco, dopo poco più di un mese, torna nella Cappella Paolina. È qui che è iniziata la processione dei 115 cardinali elettori verso la Cappella Sistina da dove Bergoglio è uscito vestito di bianco. Ed è stato proprio questo luogo, per volontà di Benedetto XVI, la prima tappa del Papa appena eletto: qui, insieme con i cardinali Cláudio Hummes e Agostino Vallini, Francesco ha pregato davanti a “La crocifissione di san Pietro” di Michelangelo Buonarroti. È qui che Bergoglio, un mese fa come oggi, ha potuto ricordare che tutti i Pontefici hanno avuto nei secoli la loro “crocifissione”.
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