Ecco l’intervista rilasciata ieri dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che in serata, dopo le richieste del Fatto, ha pubblicato sul sito del Tesoro le sue dichiarazioni dei redditi, senza darne comunicazione al nostro giornale.
Due lettere: la R e la W potrebbero imbarazzare il ministro. Tutti i contribuenti con conti all’estero sono tenuti a scriverlo nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. Vittorio Grilli – da quello che risulta al Fatto – tuttora detiene un conto all’estero. Forse anche per questo non divulga sul sito del ministero la dichiarazione ma solo il suo stipendio attuale: 198 mila euro. Nel 2004 aveva 5 conti e probabilmente oggi ne ha uno a Jersey, un paradiso fiscale. Per fugare i dubbi sul suo comportamento il ministro dovrebbe mostrare la dichiarazione. Il Fatto glielo ha chiesto ieri.
Ministro, lei ha inserito i suoi 5 conti nel quadro RW della dichiarazione dei redditi dell’anno 2004?
Quello che dovevo dire l’ho detto al Sole 24 Ore.
Può mandarci la prova che ha dichiarato nel 2005 i 5 conti?
In tutte le mie dichiarazioni c’è tutto, interessi in Italia e all’estero.
Non può darci il quadro RW di quell’anno?
Lei pensa che in questo momento io possa avere sotto mano qualcosa di nove anni fa? È fisicamente impossibile.
Si rende conto che per una storia simile un ministro in Francia si è dimesso?
Non è così. Il ministro in Francia, se capisco bene, si è dimesso avendo dei conti segreti, avendo portato denaro dalla Francia in Svizzera. Io lavoravo in Inghilterra e ho tutto dichiarato.
Ma lei era contribuente italiano o inglese?
Ero in Inghilterra e lavoravo in Inghilterra quando sono stati aperti quei conti. E tutto era trasparente e dichiarato al fisco. Con tutte le imposte dovute pagate.
E nel 2004, quando compra la casa, era un contribuente italiano?
Nel 2004 sì, perché ero tornato in Italia.
Nella dichiarazione del 2005 lei doveva dichiarare nel quadro RW quei conti. A me piacerebbe vedere quel quadro.
Non c’è l’ho qui sotto mano. Comunque le ho fatto una dichiarazione esplicita e a questo punto, mi dispiace, non ho altro da dire.
Non pensa che, come ministro dell’Economia, abbia un dovere di trasparenza superiore a quello di un cittadino normale?
Ma certo. Le ribadisco: è stato tutto fatto. Tra qualche giorno sarò un cittadino libero e metterò tutto. Se lei mi chiede in questo momento i miei quadri RW di 10 anni fa, non ce li ho. Li devo mandare a prendere dal commercialista.
Abbiamo difficoltà a prendere atto delle sue precisazioni sui conti perché le carte pubblicate dal Sole sembrano smentire quello che lei ha detto mesi fa sul prezzo e sulla ristrutturazione della casa ai Parioli.
Ma quali smentite? Non è stato smentito niente. Ognuno fa il suo lavoro: se lei ritiene che in quell’articolo ci siano prove e smentite, continui pure.
Ammette che il prezzo dichiarato al notaio per la casa era falso, più basso di quello reale?
Ma non c’è nessun prezzo falso. Andate a prendervi gli atti, sono tutti pubblici. Guardate sugli atti transattivi e sul mutuo, è tutto limpido. Mi dispiace ma ora devo lavorare.
da Il Fatto Quotidiano del 24 aprile 2013