Prosegue l'interrogatorio di Dzhokhar Tsarnaev, autore dell'attentato alla maratona. Ad azionare gli ordigni è stato un telecomando simile a quello delle macchinine radiocomandate. Il piano prevedeva poi di utilizzare il resto degli esplosivi in loro possesso a New York
I due fratelli erano pronti a colpire ancora. E l’obiettivo era grosso: piazza Times Squares a New York. E’ questo ciò che emerge dall’interrogatorio di Dzhokhar Tsarnaev, accusato, insieme al defunto fratello Tamerlan, di essere l’autore dell’attentato alla maratona di Boston. Proprio la piazza, divenuta uno dei simboli della Grande Mela, sarebbe stato il prossimo bersaglio dei due. Era lì, infatti, che Dzhokhar e Tamerlan avevano discusso di far esplodere il resto egli esplosivi in loro possesso.
La decisione era stata presa “spontaneamente”, “mentre erano in macchina”. In tutto i fratelli avevano altri sei ordigni, uno ricavato da una pentola a pressione imbottita di esplosivo come quelle di Boston e altre 5 bombe artigianali.
Il ragazzo aveva precedentemente detto agli inquirenti che lui e Tamerlan intendevano recarsi a New York per festeggiare, dopo aver compiuto l’attentato a Boston. Durante successivi interrogatori, il 19enne ha affermato che insieme al fratello aveva discusso di un successivo attacco a Times Square. Tuttavia, una delle fonti investigative ha specificato che il piano dei due fratelli di origine cecena era “al massimo un’aspirazione“.
Intanto emergono ulteriori particolari sull’organizzazione della strage nella capitale del Massachusetts. Per azionare i due ordigni al traguardo della competizione cittadina, i due fratelli, ha rivelato Dzhokhar agli investigatori, hanno usato un telecomando simile a quello delle macchinine radiocomandate. Secondo quanto rivelato dalla polizia, i due hanno imparato a costruire le bombe leggendo Inspire, il magazine del terrore creato da Al Qaida, che insegna ad uccidere i nemici dell’Islam.