E dunque cosa accadrà a tutta questa graziosa architettura che nottetempo va allestendo il presidente Napolitano quando i molti processi a Silvio Berlusconi – l’unica cosa di cui non si parla, perché è quella che più atterrisce – andrà a sentenza, magari stabilendo la condanna a un certo numero di anni più altrettanti di interdizione dai pubblici uffici?
Fumo, ma non fiamme, si alzeranno dagli accampamenti politici.
E i saggi diranno basta con questi processi, con questo accanimento, è ora di voltar pagina. E più arditi – quelli che per mestiere e con zelo hanno inceppato tutti gli orologi dei tribunali – diranno che quelle sono sentenze a orologeria, giustizia a orologeria.
Certo non potranno più dire che la sinistra usa i magistrati per liquidare gli avversari politici, perché l’avversario è nel frattempo diventato alleato, il secondo pilastro del governo, il socio di ogni occultamento. E allora si dovrà chiudere gli occhi. Tutti insieme. Sperando che con il buio arrivi anche la cancellazione di tutte le carte giudiziarie, tutte le udienze, tutte le verità non più sanzionabili, come fossero sacri segreti da bruciare in un luogo simbolico, magari dentro le mura dell’Ucciardone.
Il Fatto Quotidiano, 25 Aprile 2013