“Con Enrico Letta ci sarà il cambiamento”. Parola di Pietro Grasso che, intervenendo dal palco della scuola di Pace di Monte Sole durante le celebrazioni del 25 aprile, sottolinea come l’esecutivo che si sta andando a formare in queste ore, guidato dal politico del Pd, nipote di Gianni Letta e braccio destro di Silvio Berlusconi, sia una soluzione condivisa. L’ex magistrato ha aggiunto: “Speriamo che questo esecutivo duri 5 anni”.

E alle dichiarazioni di Beppe Grillo che qualche minuto prima ha affermato “con il governo Letta, il 25 aprile è morto” risponde con fermezza: “Io non giudico. Ognuno ha un suo modo di attirare il consenso. Penso che in questo momento storico sia più importante pensare ai cittadini che soffrono e operare per evitare che l’Italia affondi”. Il governo di Enrico Letta, con la speranza espressa dallo stesso Presidente che si arrivi presto a formare, sembra essere l’unica alternativa: “E’ la scelta di Giorgio Napolitano e io la rispetto. E’ necessario quando le forze di un solo partito non bastano, mettersi insieme per la concordia e ricostruire qualcosa di positivo. Se altri schieramenti politici avessero avuto un tipo di atteggiamento diverso, non saremmo arrivati a questo punto”.

L’intervento ha poi toccato il tema della Resistenza e della memoria antifascista, parlando proprio dal luogo dove nell’autunno del ’44 le rappresaglie nazifasciste sterminarono più di 800 persone senza distinzione tra uomini, donne e bambini: “Ho voluto essere in questo luogo che rappresenta la Liberazione della guerra. Mantenere la memoria è importante, ci deve servire a costruire un paese che ha bisogno di coesione sociale”. Il 25 aprile come simbolo di un paese, dice Grasso, che vuole rimettersi in piedi: “Oggi siamo trepidanti in attesa di un nuovo governo che possa far ripartire il paese, e tutto quello che possiamo fare lo faremo”.

Pietro Grasso ha scelto personalmente Monte Sole e il parco simbolo della strage di Marzabotto per celebrare il giorno della memoria. Al suo fianco Susanna Camusso, segretario generale CGIL e Vasco Errani, presidente della regione Emilia Romagna. Un corteo silenzioso che con garofani rossi e bandiere ha accompagnato il Presidente a visitare i luoghi di memoria storica. Tra il pubblico anche una piccola contestazione. All’improvviso compare una bandiera con la scritta: “1944 i nemici venivano da fuori, 2013 i nemici li abbiamo in casa”. Le forze dell’ordine cercano di mascherarlo, ma il contestatore che preferisce rimanere anonimo, grida: “E’ uno schifo. Nessuno lo dice, ma anche il Partito Democratico che sembrava poter essere l’unica speranza, si è venduto ad un governo con il Pdl. E poi vengono qui a festeggiare la Resistenza?”.

 

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