Roberto Saviano parla della Resistenza, iniziando dal film “No”, lungometraggio di Pablo Larraín, dedicato al referendum sul regime di Pinochet. Propone alcuni stralci del film, come quello in cui i sostenitori del ‘no’ mostrano uno spot ai dirigenti. E commenta: “Quel referendum ha mostrato che le sinistre avrebbero potuto trovare un linguaggio che non mostrasse solo opposizione e contrasto ma che sapesse parlare anche agli altri”. Saviano difende la possibilità di continuare a sognare. Poi spiega: “Le mafie mi hanno insegnato che loro organizzano la loro vita sull’infelicità. Sono organizzazioni che moltiplicano l’addestramento all’infelicità. Partono dal principio che la realtà non si cambia”. Saviano osserva come il regime fosse sicurissimo di vincere il referendum, ma, al contrario, il tentativo di coinvolgere le persone con idee diverse premiò i dissidenti. Sul 25 aprile lo scrittore afferma che con la felicità si abbattono le criminalità: “Le lettere dei partigiani grondavano di felicità”. E conclude il suo monologo con un toccante testo di Eduardo Galeano
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