Il primo cittadino di Parma incontra 56 aspiranti "colleghi" provenienti da ogni parte d'Italia. Una full immersion nel ginepraio giuridico-amministrativo condita da una sua "battuta" apprezzata dai presenti: "Giornalisti squattrinati fuori". Poi il sindaco parla di Berlusconi: "Colpa del Pd se è tornato in auge, non nostra"
Sono arrivati da tutta Italia per conoscere di persona il sindaco Federico Pizzarotti e imparare da lui a governare un Comune. Da Pisa a Massa Carrara, da Vicenza, Brescia a Viterbo, fino alla vicina Salsomaggiore e ai più piccoli comuni di provincia del Paese, sabato mattina i candidati del Movimento 5 stelle che scenderanno in campo alle prossime elezioni amministrative hanno raggiunto Parma, prima conquista di Beppe Grillo, per partecipare a una giornata a tu per tu con gli amministratori della città ducale.
In tutto 56 persone tra aspiranti sindaco e consiglieri comunali hanno risposto all’invito lanciato su Facebook poche settimane fa da Pizzarotti per poter partecipare alla speciale “lezione di gruppo” in vista della sfida elettorale. “In tanti mi chiedevano di incontrarmi per chiedermi consigli o avere spunti dalla mia esperienza, ma non potevo fisicamente andare in ogni parte d’Italia, quindi ho pensato di organizzare questa giornata per incontrare tutti in una volta sola”.
Il clima nel centro civico lontano dal Municipio è da primo giorno di scuola: c’è chi scatta fotografie insieme al primo cittadino, chi si presenta e gli stringe la mano con emozione, chi non vede l’ora di chiedergli come si fa ad amministrare un Comune. Le domande che arrivano da tutta Italia vanno da come si fa a chiudere un bilancio ai consigli sull’atteggiamento da tenere in campagna elettorale, dal tema dei debiti fino al rapporto con i cittadini: “Vogliamo chiedergli come ha fatto, lui che per primo ci è riuscito e si è trovato alla guida di un Comune”.
A fare gli onori di casa sono i consiglieri comunali di Parma, a ogni nuovo arrivato viene assegnata una targhetta che indica la provenienza, ci si siede in cerchio e tra i relatori, in prima fila, ci sono il sindaco Pizzarotti e il presidente del consiglio comunale Marco Vagnozzi. Qualche scatto di gruppo con la stampa, ma poi i giornalisti vengono banditi dalla sala, l’accesso non è ammesso nemmeno per il primo intervento istituzionale. Porte chiuse e niente streaming per la “scuola da sindaco” a Cinque stelle: “Giornalisti squattrinati fuori”, ordina Pizzarotti con una battuta, che però incontra il favore dei presenti, che da diversi minuti intimavano gli organi si stampa ad allontanarsi.
La giornata è organizzata con una fitta scaletta che vedrà salire in cattedra prima il sindaco, poi gli amministratori di Parma, per lasciare spazio infine alle domande dei presenti. “Parlare della nostra esperienza è importante, perché da dentro cambiano priorità e prospettive – ha spiegato Pizzarotti prima di cominciare l’incontro – Il consiglio che darò è di non perdere l’approccio di vicinanza ai cittadini, di parlare con tutti, di rispondere sempre con il sorriso sulle labbra, perché se ci si intristisce le cose non vanno meglio”. Il primo cittadino ha parlato anche del dialogo con le altre forze politiche, da Parma fino a Roma: “Non votare la fiducia non significa andare avanti da soli, ma magari votare le cose volta per volta. Le opposizioni a Parma hanno poco da criticare perché spesso le loro polemiche sono sterili, a parte alcune persone”.
Pizzarotti ha commentato anche l’atteggiamento dei Cinque stelle a livello nazionale. “Non credo che siamo noi ad avere favorito l’ascesa di Berlusconi, perché aveva già preso slancio dalla campagna elettorale e dalle scelte-non scelte del Pd. Mi sembra anche che sulla scelta del presidente della Repubblica il più contento sia stato Berlusconi”. Per il sindaco di Parma la ricetta per contrastare l’avanzata del centrodestra è “far vedere che ci sono delle idee che vanno al di là di questo, altrimenti rimangono solo gli slogan, come quello dell’Imu”. Non un modo di rimanere fermi, quello di non scendere a compromessi, ma una nuova visione della politica: “Per decenni siamo stati abituati al pentapartito in cui ci si spartiva i ministeri per governare tutti. Penso che un’opposizione critica sia un valore che si è visto poche volte in Italia. Si potevano votare tante cose, tra cui l’ineleggibilità di Berlusconi, ma forse non lo si è fatto per non scomodare nessuno”.
Critiche dal sindaco di Parma anche sulla scelta di Enrico Letta: “Il giudizio negativo non è per la persona, ma per la sua rappresentanza trasversale. È passato da Dc a Ds a Pd, rappresentando anche la parte meno rivoluzionaria e incisiva del governo”.