Ogni parlamentare deve essere libero di “adempiere al proprio mandato al riparo da inammissibili interferenze nella vita privata o peggio da indebite pressioni e tentativi di delegittimazione”. A tre giorni dall’esplosione del caso delle mail hackerate dei parlamentari del Movimento 5 Stelle e a poche ore dalle le proteste di Beppe Grillo, il Presidente della Repubblica, ha rotto il silenzio sulla vicenda.
Giorgio Napolitano ha sempre richiamato al “rispetto delle regole e delle norme” che tutelano la privacy dei cittadini, ha quindi precisato una nota del Quirinale. Il riferimento è al post di Grillo che in mattinata aveva richiamato il Quirinale. “Il M5S subisce attacchi vergognosi ogni giorno da giornalisti prezzolati, attacchi furibondi che si sono intensificati dopo le elezioni. Chiunque faccia parte del M5S, o anche si avvicini, è colpito sul piano personale e nessuno si indigna“, aveva scritto il leader del Movimento sul suo blog.
“Per il Palazzo è normale che questi parvenu della democrazia siano sbeffeggiati, insultati, derisi. Le mail private di molti parlamentari del M5S sono state trafugate, foto, filmati, corrispondenze. In un altro Paese sarebbe il primo titolo per giorni. Se fosse successo al Pdl, a Cicchitto, Ghedini, Brunetta i giornali e i telegiornali e i telegiornali avrebbero gridato all’attentato alla sicurezza nazionale. Per il M5S solo scherno o silenzio. Anche il silenzio del presidente della Repubblica del quale sono stati distrutti nei giorni scorsi i nastri delle conversazioni con Mancino”, aveva concluso Grillo.
Secca la replica del Quirinale che ha tenuto a sottolineare come vi siano “regole e norme che tutti debbono rispettare. Il richiamo a rispettarle sempre e nei confronti di chiunque è stato costante e chiaro da parte del Presidente Napolitano, che anche rispetto a gravi casi più recenti invita le autorità competenti a intervenire energicamente”, si legge nella nota del Colle.