Ci sono colleghi più incazzati di me. Aspettiamo la goccia di sangue che farà traboccare il vaso dei soprusi e i legislatori pensano di essere in un telefilm americano, Il telefim incarna il sogno di ogni avvocato “di base”: vedi la clessidra che segna il limite alla sopportazione delle chiacchiere dei clienti.
Invece, sprofondiamo nell’Italia del massacro dei diritti. Napalm su un esercito attonito. L’armata dei piccoli legali è in rotta.
Una strage silenziosa che entra nella percezione collettiva della “classe” con metodo chirurgico. Il dolore lo senti molto dopo l’affondo del bisturi, e quando la ferita si apre, e ti dissangua, non sembra succeda a te. Una morte reale che sembra virtuale. Per ora.
Morti nella considerazione sociale, inabissati, con la borsa in similpelle, la toga, la prosopopea, le illusioni per cui hanno studiato e penato. Che anestetico avranno usato? Il disagio e la vergogna di dire “siamo qua, esodati con la cravatta” Non si può, non si fa. Per il babbo, la mamma che ti hanno fatto studiare, tua moglie, i vicini di casa. No, con la cravatta non puoi esodare, non la puoi allentare e dire: non ce la faccio..
Tale e quale all’alienato personaggio di Baccomo, o del Malinconico sfigato alla De Silva.
Reclutati per passione e per necessità, con un concorso alla boia d’un Giuda, complessati dalla mitologia di un ruolo sociale elitario dissolto da almeno vent’anni (almeno qua al sud), ci stiamo facendo veramente male.
Gli allegri chirurghi (i grandi studi che dominano la vita associativa collegati a ben determinati interessi politici) hanno tagliato con la scure: iscrizione obbligatoria alla cassa previdenziale forense, aumento del relativo contributo, assicurazione per i rischi professionali obbligatoria, sanzioni a iosa, in modo da lasciar fuori quanta più gente, a torto o a ragione, bivaccava fuori nella linea d’ombra del sistema: professori a mezzo servizio, gente arrivata tardi alla professione per incapacità o sfiga, e quel che è peggio, giovani appena entrati con l’unica prospettiva di farsi schiavizzare a vita da studi professionali spesso gonfi di medaglie usurpate. Ai miei tempi c’era una zona magra di pascolo per i giovani: il sinistro stradale, la lite di vicinato, la bega condominiale. Tutto amputato con poche rasoiate della più feroce tipologia classista. Ciliegina, la formazione professionale coatta.. lasciamo perdere, ci vorrebbe una riflessione a parte.
Negli ultimi anni si è verificata una escalation del cosiddetto contributo unificato che è aumentato anche di cinque volte dal 2002 al 2013.
Una causa per risarcimento danni da 50 mila euro con chiamata in causa di terzo e domanda riconvenzionale di 100 mila euro, per fare un esempio pratico. Dieci anni fa, i primi due gradi di giudizio potevano avere un costo di 960 euro di contributo unificato.
Adesso, invece, si arriva tranquillamente a 4-5mila euro per il contributo unificato, si comincia da 450 euro a carico di chi inizia la causa; il convenuto dovrà tirarne fuori altri 660 in caso di domanda riconvenzionale; altrettanti dovrà pagarne il terzo se a sua volta formula una domanda di pari valore.
In appello chi impugna dovrà pagare altri 675 euro solo per cominciare. Nel caso disgraziato ci si scordasse di indicare il codice fiscale, il numero di fax o l’indirizzo di posta elettronica, sono “botte” da più di mille euro per volta; naturalmente in questi conteggi non sono ancora previste le parcelle degli avvocati ed eventuali sanzioni. Il processo del lavoro, e previdenziale, prima organizzato come premessa e garanzia dello stato sociale, ugualmente vampirizzato (copie e iscrizione a ruolo).
Chi non ha i soldi? C’è sempre il gratuito patrocinio, per un nucleo familiare chi sta sotto gli undicimila euro l’anno, circa. Se, putacaso, ne hai ventimila, o mangi o tuteli i tuoi diritti, cercando sempre una compensazione con l’avvocato. Per il legale è una iattura: un fottìo di carte da preparare, tempi biblici per ottenere i soldi, e alla fine ti danno mediamente intorno agli ottocento euro, magari dopo dieci udienze e tre anni di causa.
Lascio mesto la scrivania, stamattina niente udienze. Mi aspettano i gironi infernali delle cancellerie. Sposterò fascicoli impolverati, suderò per luride scale, urterò commessi, sbaraglierò colleghi implumi, badando a non sciupare l’abito impeccabile, le scarpe lucide e la cravatta di seta.
Mariano Casciano
Avvocato
Lavoro & Precari - 29 Aprile 2013
Avvocati, esodati con la cravatta
Ci sono colleghi più incazzati di me. Aspettiamo la goccia di sangue che farà traboccare il vaso dei soprusi e i legislatori pensano di essere in un telefilm americano, Il telefim incarna il sogno di ogni avvocato “di base”: vedi la clessidra che segna il limite alla sopportazione delle chiacchiere dei clienti.
Invece, sprofondiamo nell’Italia del massacro dei diritti. Napalm su un esercito attonito. L’armata dei piccoli legali è in rotta.
Una strage silenziosa che entra nella percezione collettiva della “classe” con metodo chirurgico. Il dolore lo senti molto dopo l’affondo del bisturi, e quando la ferita si apre, e ti dissangua, non sembra succeda a te. Una morte reale che sembra virtuale. Per ora.
Morti nella considerazione sociale, inabissati, con la borsa in similpelle, la toga, la prosopopea, le illusioni per cui hanno studiato e penato. Che anestetico avranno usato? Il disagio e la vergogna di dire “siamo qua, esodati con la cravatta” Non si può, non si fa. Per il babbo, la mamma che ti hanno fatto studiare, tua moglie, i vicini di casa. No, con la cravatta non puoi esodare, non la puoi allentare e dire: non ce la faccio..
Tale e quale all’alienato personaggio di Baccomo, o del Malinconico sfigato alla De Silva.
Reclutati per passione e per necessità, con un concorso alla boia d’un Giuda, complessati dalla mitologia di un ruolo sociale elitario dissolto da almeno vent’anni (almeno qua al sud), ci stiamo facendo veramente male.
Gli allegri chirurghi (i grandi studi che dominano la vita associativa collegati a ben determinati interessi politici) hanno tagliato con la scure: iscrizione obbligatoria alla cassa previdenziale forense, aumento del relativo contributo, assicurazione per i rischi professionali obbligatoria, sanzioni a iosa, in modo da lasciar fuori quanta più gente, a torto o a ragione, bivaccava fuori nella linea d’ombra del sistema: professori a mezzo servizio, gente arrivata tardi alla professione per incapacità o sfiga, e quel che è peggio, giovani appena entrati con l’unica prospettiva di farsi schiavizzare a vita da studi professionali spesso gonfi di medaglie usurpate. Ai miei tempi c’era una zona magra di pascolo per i giovani: il sinistro stradale, la lite di vicinato, la bega condominiale. Tutto amputato con poche rasoiate della più feroce tipologia classista. Ciliegina, la formazione professionale coatta.. lasciamo perdere, ci vorrebbe una riflessione a parte.
Negli ultimi anni si è verificata una escalation del cosiddetto contributo unificato che è aumentato anche di cinque volte dal 2002 al 2013.
Una causa per risarcimento danni da 50 mila euro con chiamata in causa di terzo e domanda riconvenzionale di 100 mila euro, per fare un esempio pratico. Dieci anni fa, i primi due gradi di giudizio potevano avere un costo di 960 euro di contributo unificato.
Adesso, invece, si arriva tranquillamente a 4-5mila euro per il contributo unificato, si comincia da 450 euro a carico di chi inizia la causa; il convenuto dovrà tirarne fuori altri 660 in caso di domanda riconvenzionale; altrettanti dovrà pagarne il terzo se a sua volta formula una domanda di pari valore.
In appello chi impugna dovrà pagare altri 675 euro solo per cominciare. Nel caso disgraziato ci si scordasse di indicare il codice fiscale, il numero di fax o l’indirizzo di posta elettronica, sono “botte” da più di mille euro per volta; naturalmente in questi conteggi non sono ancora previste le parcelle degli avvocati ed eventuali sanzioni. Il processo del lavoro, e previdenziale, prima organizzato come premessa e garanzia dello stato sociale, ugualmente vampirizzato (copie e iscrizione a ruolo).
Chi non ha i soldi? C’è sempre il gratuito patrocinio, per un nucleo familiare chi sta sotto gli undicimila euro l’anno, circa. Se, putacaso, ne hai ventimila, o mangi o tuteli i tuoi diritti, cercando sempre una compensazione con l’avvocato. Per il legale è una iattura: un fottìo di carte da preparare, tempi biblici per ottenere i soldi, e alla fine ti danno mediamente intorno agli ottocento euro, magari dopo dieci udienze e tre anni di causa.
Lascio mesto la scrivania, stamattina niente udienze. Mi aspettano i gironi infernali delle cancellerie. Sposterò fascicoli impolverati, suderò per luride scale, urterò commessi, sbaraglierò colleghi implumi, badando a non sciupare l’abito impeccabile, le scarpe lucide e la cravatta di seta.
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(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un Napoli a due facce batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte parte bene, soffre nella ripresa e liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa tre punti d'oro. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
(Adnkronos) - Un bel Napoli batte il Genoa nell’anticipo del 17° turno di Serie A e si riprende la vetta della classifica almeno per una notte. A Marassi la squadra di Conte liquida 2-1 la pratica rossoblù, grazie alle reti di Anguissa e Rrahmani. Gli azzurri volano a 39 punti e superano almeno per il momento l’Atalanta, ferma a quota 38 e impegnata domenica contro l’Empoli.
Il Napoli parte forte e mette subito le cose in chiaro. Gli azzurri bussano già al 5’ alla porta di Leali, con Lukaku che di testa centra la traversa. Poi, intorno al quarto d’ora, è un altro colpo di testa a regalare il vantaggio agli uomini di Conte: Neres crossa, Anguissa brucia Frendrup e salta più in alto di tutti per l’1-0. Partita sbloccata, con Conte che esulta e se la ride in panchina insieme allo staff. Passano altri 8 minuti e il tecnico salentino esulta ancora per il raddoppio, firmato da Rrahmani: Lobotka crossa, il difensore stacca di testa e infila Leali. Due a zero all’intervallo. La squadra di Vieira torna in campo con un altro piglio: dopo pochi secondi, Pinamonti si fa vedere dalle parti di Meret con un bel tiro a giro dal limite, che chiama il portiere al gran colpo di reni, e poi accorcia le distanze al 51’. Palla perfetta di Vitinha e piattone in rete. La partita cambia qui: il Genoa prende coraggio e si affaccia spesso oltre la trequarti, mentre il Napoli ha da difendere ma trova spazi per lanciare le frecce in contropiede. A un quarto d'ora dalla fine, Conte si gioca i cambi davanti e butta dentro la coppia Simeone-Kvaratskhelia al posto di Lukaku e Neres. È una mossa che riaccende gli azzurri, che tornano pericolosi con i guizzi del georgiano. Il pericolo più grande degli ultimi minuti arriva però da Balotelli (entrato a una manciata di minuti dal novantesimo al posto di Miretti). Il cross dalla sinistra pesca in area l'attaccante, ma sulla deviazione è fondamentale l'intervento di Meret, che devia il pallone sul palo. Sospiro di sollievo per Conte, che soffre un po' e porta a casa i tre punti. Per qualche ora, guarderà tutti dall'alto.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - Il concerto di Natale alla Camera "Morricone dirige Morricone", registrato questo pomeriggio nell'Aula di Montecitorio, sarà in onda su Rai 1, a cura di Rai Parlamento, lunedì 23 dicembre alle 15.30. Alla stessa ora sarà trasmesso anche sulla webtv della Camera e sul canale satellitare. Lo rende noto la Camera.
L'evento è introdotto dal Presidente Lorenzo Fontana. Il Maestro Andrea Morricone esegue molte delle celebri composizioni del padre Ennio. Il programma, introdotto dall'Inno italiano, abbraccia i brani più famosi, da "Gli Intoccabili" a "The Mission". A interpretare le musiche sono: l'orchestra Roma Sinfonietta, con la direzione del Maestro Andrea Morricone e il Coro Claudio Casini dell'Università di Roma Tor Vergata diretto dal Maestro Stefano Cucci. La direzione artistica è a cura di Luigi Lanzillotta.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - “Le dimissioni del capo del Dap Giovanni Russo sono il segno evidente del fallimento delle politiche del governo sul carcere a fronte delle tragiche condizioni in cui versano". Lo dice Riccardo Magi.
"Sovraffollamento, suicidi, abusi, condizioni disumane indegne per un Paese europeo. Ed evidentemente sono anche il frutto del fatto che la linea portata avanti dal sottosegretario Delmastro Delle Vedove non ha favorito una visione e un approccio ai problemi del carcere compatibili con la Costituzione. Nordio riferisca in aula al più presto in aula e spieghi se sulle carceri vuole cambiare rotta o proseguire su questa linea disastrosa”, conclude il segretario di Più Europa.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Le dimissioni di Giovanni Russo dal vertice del Dap sono una conferma del fallimento di una politica carceraria di questo Ministero, di questo Governo". Lo dicono la responsabile Giustizia Pd Debora Serracchiani, il capogruppo dem in Bicamerale Antimafia Walter Verini e i due capigruppo dem delle commissioni Giustizia Senato e Camera Alfredo Bazoli e Federico Gianassi.
"Questi due anni hanno aggravato una situazione difficile, con il dramma dei suicidi dei detenuti, con un sovraffollamento disumano, con condizioni difficilissime anche per il lavoro della Polizia Penitenziaria. E con risposte inesistenti e ciniche da parte di Ministro e Sottosegretari. Anche le condizioni di lavoro del Dap sono state rese certamente più difficili. Chiameremo Nordio a riferire alle Camere sulla gravità ulteriore della situazione", aggiungono.