Un padre in arresto che chiede di vedere il figlio e dice di essere pentito e una figlia che in una conferenza stampa dichiara di essere fiera del padre e non sa se potrà perdonare. Il giorno dopo la sparatoria davanti a Palazzo Chigi i sentimenti di Luigi Preiti, l’uomo che ha sparato e ferito due carabinieri, e di Martina Giangrande, la ragazza che deve trattenere le lacrime pensando al padre che che rischia la paralisi, sono ancora più distanti. Resta sempre riservata la prognosi infatti per Giuseppe Giangrande che ha passato una notta tranquilla, respirato brevemente da solo, ma ha danni ai quattro arti. Il professor Angelo Lavano, primario del reparto di neurochirurgia del Policlinico universitario di Catanzaro, ha dichiarato che l’uomo “in conseguenza del danno midollare importante causato alla colonna cervicale da uno dei proiettili, rischia una tetraplegia, ossia una paralisi permanente degli arti superiori ed inferiori”. Migliorano le condizioni dell’altro militare ferito che dovrà comunque essere operato. I pm intanto fanno sapere che non chiederanno la perizia psichiatrica per l’indagato. Non si fermano le polemiche politiche, con il blog di Beppe Grillo che ospita un post, secondo cui chi scarica le colpe di quanto successo sul M5s è uno “sciacallo”.
L’attentatore chiede perdone e di poter vedere il figlio: “Non potevo più mantenerlo”.
Chiede di potere incontrare il figlio Luigi Preiti. Al difensore, l’avvocato Mauro Danielli, l’attentatore ha detto di essere “pentito per quello che ha fatto”. L’avvocato Danielli lasciando il carcere di Rebibbia dopo il colloquio con il suo cliente ha aggiunto: “Non riesce a rendersi conto di quello che ha fatto e chiede anche notizia dei carabinieri che ha ferito”. “Cosa ho fatto? Non lo so. Non so spiegare”. E ancora: “Non potevo più mantenere mio figlio, ero disperato”. Il difensore ha riferito che il suo assistito “è molto depresso, piange, è pentito. Mi ha chiesto delle condizioni dei carabinieri feriti. Ha pianto alternando momenti di lucidità a disperazione”. Durante l’incontro, Preiti ha anche chiesto di poter ottenere un altro paio di occhiali, visto che, ha riferito all’avvocato, i suoi si sono rotti quando è stato gettato a terra e immobilizzato dai carabinieri.
Martina Giangrande: “Fiera di mio padre. Perdono? Non so”.
“Sono fiera di mio padre che ha dedicato tutta la sua vita alle istituzioni” ha detto incontrando i giornalisti al Policlinico Umberto I di Roma, Martina Giangrande, figlia del carabiniere ferito ieri davanti a palazzo Chigi. Non so, non credo potrò perdonare. Tra i due chi ha perso sono stata io, non lui” ha mormorato la ragazza che solo tre mesi fa ha perso la madre. “Ora non voglio pensare – ha aggiunto – non mi ineterssa. Penso a mio padre. Noi ci definivamo un piccolo esercito sgangherato, ora siamo un mezzo e sercito e tanto sgangherato”. ”Spero che questo episodio possa far migliorare le cose, spero in un mondo migliore. Ringrazio l’Arma dei carabinieri, come i rappresentanti delle istituzioni che mio padre stava con orgoglio vigilando e proteggendo, che mi hanno trasmesso tranquillità”. La ragazza si è detta particolarmente colpita dalla sensbilità della presidente della Camera Laura Boldrini che vorrebbe incontrare nuovamente.
I pm: “No a perizia psichiatrica per l’attentatore”
Preiti da ieri si trova nel carcere di Rebibbia in isolamento sorvegliato con una telecamera. La procura di Roma ha fatto sapere che non chiederà la perizia psichiatrica. Il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e il sostituto Antonella Nespola sono infatti convinti che Luigi Preiti abbia agito nel pieno delle sue capacità ma che la sua azione rientri nel comportamento di “un esibizionista”. Secondo l’ex moglie, Preiti “non è mai stato violento con nessuno. Non so perché lo ha fatto. Tra noi i rapporti erano civili, telefonava spesso a nostro figlio, ma nulla di più, per cui non so se avesse problemi. Sono certa, però, che anche lui ha capito di avere sbagliato”.
Polemiche politiche, Grillo: “Colpa nostra? Siete sciacalli”
Sulla sparatoria davanti a Palazzo Chigi e sulle successive polemiche, con allusioni più o meno esplicite di diversi esponenti politici a responsabilità del M5S, il blog di Beppe Grillo ospita un intervento a firma di Sergio R.: ”E ci stanno provando a dare la colpa al M5S – si legge-. Gli sciacalli sono in opera anche se un po’ di vergogna ce l’hanno. Stanno sbagliando ancora: noi siamo un movimento pacifico e li manderemo a casa con la democrazia. La Lega sono anni che dice ‘imbracceremo i fucili’ e stronzate varie seminando l’odio tra il Nord e il Sud Italia. Gasparri: quel dito medio ce lo siamo dimenticati? (si riferisce ad un gestaccio del senatore dinnanzi a Palazzo Chigi, ndr). L’arroganza che hanno dopo averci portato a questa catastrofe e ora vorrebbero dare la colpa al M5S? Stanno sbagliando ancora: noi siamo un movimento pacifico e li manderemo a casa con la democrazia”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del Senato Pietro Grasso: ”Dobbiamo dare per primi l’esempio su come si possa collaborare in una dialettica democratica basata sul rispetto reciproco – ha detto – ed è nostro compito trovare risposte concrete, rapide e efficaci alla grave crisi economica che colpisce il nostro paese e sono certo che l’aula saprà farsi carico di questo impegno”. “La sparatoria di ieri è stata un fatto grave – ha dichiarato in mattinata Silvio Berlusconi – ma l’ordine pubblico, nonostante la crisi economica, non è mai stato in pericolo né ora né in passato, né lo deve essere”.