”La direzione è chiara: vogliamo ridurre le tasse senza tagliare i servizi o aumentare il debito. Il lavoro più difficile sarà quello di reperire le risorse. Ci sono diverse leve su cui si può agire: migliorare la lotta all’evasione fiscale, ottenere un rendimento maggiore del patrimonio pubblico, ridurre la spesa”. Lo afferma il neo ministro allo Sviluppo economico Flavio Zanonato, che in un’intervista a Repubblica spiega l’esigenza di rinegoziare il patto di stabilità con Bruxelles.
“Se vogliamo mantenere in Europa una reputazione che ci consenta di tenere basso lo spread e quindi non pagare maggiori interessi sul debito, dobbiamo avere una politica economica credibile. Ma ci interessa anche ricontrattare con l’Unione il patto di stabilità”, dice Zanonato. “Soprattutto deve esserci la possibilità di sfilare dal patto la spesa per investimenti. Senza questa possibilità non si rimette in moto la crescita”.
Parlando dell’Imu, spiega: “Se si riesce a rimodulare l’imposta sulla casa in base al reddito, per agevolare quelli più bassi, saremo i primi ad esserne soddisfatti. Ovviamente trovando le compensazioni per i Comuni”. Sulla riduzione del costo del lavoro, “intanto chiariamo che non significa abbassare i salari. Anche qui bisogna usare la leva fiscale e contributiva e puntare a un sistema più efficiente, perché il costo del lavoro si contiene anche tagliando i costi energetici. Ma la cosa più importante è fare in modo che chi assume, chi crea lavoro e quindi ricchezza, abbia dei vantaggi fiscali”, osserva il ministro. Quanto al reddito minimo, “occorre trovare dei meccanismi per collegarlo a delle attività di pubblica utilità”, perché “il lavoro è anche appartenenza a una comunità, è dignità”.
Nell’intervista Zanonato esclude un cambio di atteggiamento da parte dell’M55, perché “le cose da fare richiedono una visione istituzionale che loro oggi non hanno”. Per questo, conclude, “è automatico che le forze che sentono una responsabilità istituzionale affrontino la situazione. Non c’è alternativa a questo governo”.