Mentre carabinieri e vigili del fuoco ancora circondano il palazzo dove ieri un crollo interno ha travolto e ucciso un muratore rumeno di 46 anni, gli abitanti del centro di Velletri ricostruiscono la storia di un restauro come tanti. Lavoratori stranieri sottopagati, scarsa o assente la sicurezza, tutto rigorosamente in nero. “Sentiamo di persone che accettano 30 euro al giorno in nero pur di lavorare”, raccontano alcuni sindacalisti. “Altri due operai che lavoravano nello stesso cantiere pare siano scappati”, spiegano, a sottolineare come la strada dell’illegalità sia sempre più battuta dalle imprese edili e dai privati in cerca di risparmio. Estreme conseguenze di una crisi che nell’edilizia pagano molti lavoratori stranieri. “Ci trattano come schiavi”, attacca Constantin Florea, della comunità rumena di Velletri, che denuncia ritmi di lavoro insostenibili. Al 24 di via San Francesco, in pieno centro storico, ieri è venuto giù un solaio. Franato mentre era in corso l’ampliamento dei locali seminterrati per la realizzazione di un pub. Lavori dei quali risponderà il proprietario del palazzo: un italiano di trent’anni che è ora agli arresti con l’accusa di omicidio colposo e di omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Secondo l’agenzia Ansa, il proprietario avrebbe licenziato la ditta regolare e assunto in nero quattro rumeni di Andrea Palladino
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