Alla fine l’hanno avuta vinta i violenti. Doveva essere la festa del lavoro e invece è stato un vero e proprio scontro. Tutti contro tutti, lavoratori contro lavoratori, oggi a Napoli. Proteste, violenze e insulti. E così la festa del Primo Maggio è saltata. Niente concerto, solo polemiche.
Che l’atmosfera fosse tesa si era capito sin dalle prime ore del pomeriggio. La città, sul fronte lavoro, è apparsa sin da subito divisa. Da un lato, a Città della scienza, Cgil, Cisl e Uil parlavano di “priorità del lavoro”. Dall’altro, pochi chilometri più in là, lungo le strade del quartiere di Bagnoli c’erano altri lavoratori che, in corteo, puntavano il dito proprio contro i sindacati.
Cassintegrati della Fiat di Pomigliano, lavoratori dell’Irisbus, ma anche attivisti dei movimenti napoletani schierati a favore di una “urgente” bonifica del quartiere di Bagnoli (per anni assediato dall’amianto dell’Italsider) per ore se la sono presa con i sindacati colpevoli, a detta loro, “di non aver ostacolato la chiusura di aziende”. Il concetto dei manifestanti era chiaro: “Oggi non c’è nulla da festeggiare, visto che anche a causa dei sindacati, il lavoro è morto”. E, per farlo capire bene a tutti, i manifestanti sono riusciti a entrare fino all’area del concerto dove c’erano anche tantissime famiglie e bimbi. In pochi secondi è, così, scoppiato il caos: transenne divelte, paura tra gli spettatori, urla contro i sindacati.
Da quel momento è stato muro contro muro. Nessun dialogo si è riuscito ad instaurare tra i sindacati e i manifestanti. Gli uni, Cgil, Cisl e Uil “di fronte ad una tale violenza, anche alla presenza di bambini” hanno subito detto un “secco no a ogni forma di accordo con i violenti”. Gli altri, i manifestanti, non hanno accettato la proposta di lasciare l’area del concerto a patto che alcuni lavoratori salissero sul palco per spiegare le loro ragioni. E così, per evitare il peggio, si è deciso di interrompere il concerto e una festa che doveva servire ad altro e che invece ha, almeno stasera, cristallizzato pesanti divisioni fra lavoratori e lavoratori.
A tentare una mediazione ci ha provato anche il segretario della Uil Campania, Anna Rea. La sindacalista ha cercato di convincere i manifestanti a lasciare l’aerea del concerto con la promessa che sul palco sarebbero saliti tre esponenti in rappresentanza dell’Irisbus, della Fiat di Pomigliano e gli attivisti che chiedono la bonifica di Bagnoli. I manifestanti hanno detto di no. E così, nel tentativo di allentare la forte tensione, si è deciso di interrompere definitivamente il concerto. I manifestanti si sono poi allontanati cantando “Bella ciao“
Il coordinatore regionale della Campania di “Sinistra ecologia e libertà”, Arturo Scotto, ha condannato la contestazione: “Quattro giovanotti che giocano a fare la rivoluzione hanno bloccato il concerto – afferma il coordinatore di Sel – un fatto inaccettabile che ha creato panico tra la folla e costretto le forze dell’ordine a intervenire. Sporcare un evento gioioso come la festa dei lavoratori rappresenta un precedente pericoloso per questo siamo vicini al sindacato”.
Una quindicina di manifestanti sono stati riconosciuti e identificati dalla Polizia e saranno denunciati alla magistratura per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di persone aderenti al partito dei Carc, ai Cobas e al laboratorio politico Iskra, oltre ad alcuni operai dell’Irisbus. Nelle prossime ore, sulla base dei referti medici dei poliziotti rimasti contusi negli incidenti, si deciderà se denunciare le persone identificate anche per il reato di lesioni a pubblico ufficiale.
”E’ stato un colpo vigliacco a sfavore dei lavoratori, dei cittadini e della città’ onesta e democratica”affermano i segretari di Napoli della Cgil, Federico Libertino, Giampiero Tipaldi (Cisl) e Anna Rea (Uil).