La presentazione oggi a Parigi dei dati del primo trimestre di Air France-Klm (bruttini, a dire il vero, e ancora peggio di quanto previsto dagli analisti) è stata l’occasione per ritornare sul dossier Alitalia. Il colosso franco-olandese, numero due a livello europeo, dietro a Lufthansa, controlla il 25% della società italiana dal 2009. E puntualmente si parla della possibilità che il gruppo diventi il reale padrone di Alitalia, investendo di nuovo nella traballante compagnia di bandiera italica. Ma i dirigenti francesi rimandano costantemente tale possibilità. Lo hanno fatto ancora oggi, dando l’impressione di non vedersi ancora (ma succederà mai davvero?) nelle vesti dei salvatori di Alitalia. E sottolineando le grosse difficoltà di quest’ultima.
“I problemi in termini di liquidità di Alitalia – ha sottolineato Philippe Calavia, direttore finanziario di Air France-Klm – verranno fuori probabilmente nell’ultimo trimestre. Non penso che avremo preso alcuna grande decisione prima di allora”. Calavia ha ricordato come i francesi abbiano già fatto il loro dovere rispetto ad Alitalia, partecipando all’ultimo prestito dei soci (e a Parigi tutti sanno quanto sia stato difficile far digerire al consiglio di amministrazione già questa decisione di sborsare nuovi soldi). ”Alla fine abbiamo versato 24 milioni di euro”, ha messo lì Calavia. Il nuovo amministratore delegato Gabriele Del Torchio assumerà l’incarico il 6 maggio “e il suo primo compito – ha continuato il direttore finanziario di Air France-Klm – sarà quello di aggiornare il budget e il piano di medio termine di Alitalia”. “Il nostro gruppo ha fatto alcune valutazioni sulle relazioni con Alitalia – ha concluso Calavia – ma non penso che prenderemo decisioni nelle prossime settimane”. “Anzi – ha ribadito -: credo che decideremo nell’ultimo trimestre”.
La tempistica può avere una sua importanza nell’evolversi della vicenda. Perché a luglio Jean-Cyril Spinetta lascerà il posto di amministratore delegato di Air France-Klm. E Spinetta, originario della Corsica e amante dell’Italia, è da sempre il partner privilegiato dei dirigenti di Alitalia. E il vero sponsor nel cda del colosso franco-olandese della fusione con Alitalia. Spinetta sarà sostituito da Alexandre de Juniac, molto meno entusiasta sull’argomento, che già sta cercando di tamponare la crisi del gruppo. E che, apparentemente, se vuole spendere i pochi soldi a disposizione, preferirebbe utilizzarli per assicurarsi il controllo di una compagnia di qualche Paese emergente, più che vederli assorbire dal pozzo senza fondo della traballante compagnia di bandiera italiana.
“Nel consiglio di amministrazione una maggioranza crescente sta prendendo le distanze rispetto a un maggiore impegno in Alitalia”, ha confidato nei giorni scorsi una fonte interna al sito economico-finanziario La Tribune, in genere bene informato. Tanto più che le cose a Parigi vanno sempre peggio. Air France-Klm ha chiuso il primo trimestre di quest’anno con una perdita netta di 630 milioni di euro, il 66% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nel frattempo le perdite operative sono state ridimensionate da 597 a 530 milioni, ma il “risanamento” procede a ritmi troppo lenti, secondo gli esperti (e i principali investitori) del settore. Tanto più se si considera che il gruppo ha già varato un amplio e doloroso piano di risanamento (Transform 2015), che, fra le altre cose, porterà al taglio di 5.122 posti di lavoro complessivi entro la fine del 2013. Insomma, non è tempo di buttare via risorse inutili. E di puntare su missioni impossibili.