Un pareggio che non serve a nessuno o quasi. Il commento, mutuato dalla cronaca sportiva, ben si addice a spiegare la singolare vicenda dei 1177 candidati al concorso, bandito dal Comune di Roma, “per il conferimento di 136 posti di architetto” (rientrante nella maxi assunzione di 2mila figure professionali). I risultati della prima prova scritta, pubblicati lo scorso 23 aprile, dicono che lo step è stato superato da tutti i partecipanti. Una buona notizia? Non proprio. Lo spirito di competizione, in questi casi, induce infatti a far proprio il principio “mors tua vita mea”: meno concorrenti passano la prova, maggiori saranno le possibilità di ottenere l’agognato posto di lavoro nella pubblica amministrazione. Ma se a tutti i 1177 viene attribuito praticamente lo stesso voto – peraltro il minimo per il superamento della prova –, tra il 7 e il 7,30, ecco che qualche dubbio inizia ad affiorare: possibile che più di mille persone abbiano tutte svolto la prova allo stesso modo, tanto da totalizzare un punteggio che differisce di 0,30 su 10 punti?
Insomma, si sa, “almeno che non si tratti di un dettato”, ironizza qualcuno sul forum dei partecipanti al concorso, c’è sempre qualcuno che eccelle, riuscendo talvolta a sfiorare il massimo, e qualche altro invece che, per colpa dell’ansia da prestazione o più semplicemente della non sufficiente preparazione, non supera la sufficienza. E anche qui, tra i vari aspiranti al posto di architetto del Comune, qualcuno ammette che, nel dubbio, per evitare errori e conseguenti penalizzazioni, ha preferito non rispondere ad una domanda o non commentarla (come veniva richiesto). A questo punto è facile immaginare la rabbia e la frustrazione di molti. Specie dei più giovani che, avendo poca, o nessuna, esperienza di lavoro – men che meno nel Comune di Roma –, ma “solo” qualche master e corsi di specializzazione (oltre alla laurea in architettura), avevano puntato tutto sull’esame scritto per poter arrivare all’orale e giocarsela. Magari proprio con chi, pur non avendo brillato alla prova scritta, può contare su un punteggio ugualmente alto.
Essendo infatti un concorso per titoli, oltre che per esami, a far la differenza sono anche le esperienze professionali. E, come riporta il bando, a chi è stato alle dipendenze non di una qualsiasi amministrazione comunale, ma solo ed esclusivamente quella di Roma, “nella Famiglia professionale del posto oggetto di selezione”, vengono attribuiti, per ogni anno di servizio effettivo prestato, 0,40 punti (fino ad un massimo di 3 punti). Un master o un corso di perfezionamento post universitario vale da 0,50 a 1. Il superamento della prova ha perciò il sapore amaro della sconfitta. “Adesso, calcolatrice alla mano, non ha più senso continuare”, commenta sul forum un candidato che si firma ‘basito’. Perché sono in molti a sospettare che il “7 politico” per tutti sia in realtà un escamotage volto a favorire proprio chi dentro al Comune di Roma ci lavora già da tempo, ma si trova magari in una posizione economica più bassa (ad esempio funzionari geometri, in possesso comunque di una laurea in architettura) o ha un contratto a tempo determinato.
La cosiddetta progressione verticale ormai non esiste più: alla fine del 2009 la riforma Brunetta l’ha cassata. Insomma niente più concorsi interni. Il passaggio di carriera può avvenire adesso esclusivamente tramite concorso pubblico con (eventuale) riserva ai dipendenti interni. In questo caso però nessuno dei 136 posti è stato riservato. C’è poi chi azzarda l’ipotesi che l’appiattimento del giudizio sia riconducibile alla presunta irregolarità verificatasi durante lo svolgimento della prova, quando è stato accordato, a chi lo richiedeva, di recarsi al bagno (dove naturalmente nessuno può vigilare e si è liberissimi di consultare appunti). Aspettando ora i risultati della seconda prova, sostenuta il giorno successivo alla prima – ed ecco un altro sospetto: “perché ancora non vengono pubblicati?” –, qualcuno pensa già al ricorso o a chiedere un intervento ai candidati alla guida del Campidoglio del M5S. “La trasparenza sbandierata da Alemanno per questo concorso – racconta a ilfattoquotidiano.it una delle 1177 candidate – si è vista solo nella fase preselettiva. Vogliamo sapere da chi, e come, sono stati corretti i nostri compiti”.