Se un amico siciliano ti invita a cena sai che nove volte su dieci stai per subire una lezione. Così è stato poche sere fa quando, dopo numerosissime portate, è arrivata in tavola, già magicamente imbandita da una mano naturalmente generosa, una bellissima teglia di baccalà e melanzane.
A molti di voi parrà cosa ovvia, ma nella mia vita, dove eppure ho mangiato di tutto, questo connubio non era mai capitato, né tanto meno, e questo è ben più grave, venuto alla mente. Dopo la prima forchettata ho riso di me stesso. Dovete tener presente che sia l’uno che l’altre sono fra le cose che amo mangiare di più al modo e che questa possibilità non mi avesse mai sfiorato, mi riconferma che, senza l’aiuto degli amici, alle volte non riusciamo a vedere oltre, e in casi più gravi nemmeno il proprio naso.
Ognuno scelga la sua strada per sviluppare questa idea, o se qualcuno con più pratica mi regala altre notizie fa cosa grata a me e forse a tutti.
Per mio conto ho fritto delle melanzane violette e tonde in olio d’oliva fino al color del rame con qualche sfumatura color bronzo. Dopo averle tenute su carta assorbente le ho unite ad alti tocchetti di baccalà che avevo precedente infarinato con farina di riso e poi fatto garbatamente stufare in una salsa (tipo livornese) non particolarmente tirata, ma lasciata tutto sommato sufficientemente liquida.
Dunque dopo aver soffritto fino al color dell’oro un paio di spicchi d’aglio con del prezzemolo, entrambi ben tritati, vi ho versato sopra un barattolo di artigianalissimi pomodori pelati, spezzettandoli sgarbatamente con la forchetta e aggiungendoci peperoncino macinato e sale nella giusta misura che avevo percepito assaggiando in anticipo un pezzettino di baccalà “crudo” intendendo così la sapidità. Solo a quel punto ci ho immerso sia le melanzane fritte che i tocchetti infarinati, massaggiandoli subito con il dorso di un cucchiaio, prima da una parte e rigirandoli dopo pochi minuti di cottura dall’altra. Così facendo, sappiate che la salsa si unisce ad una sorta di leggerissima besciamellina che insieme alle collagini del pesce fascia di alchemica e impareggiabile saporitissima morbidezza il tutto.
Niente di così potente ed elegante ho mai mangiato in vita mia.
Un’ultima raccomandazione, nel caso ve ne dovesse avanzare qualche forchettata verso la mezzanotte risaltateci dentro un paio d’etti di spaghetti.
Dormirete felici abbracciati al bello e al buono, sapendo di essere, se uomini, Uomini che non odiano le donne, ma che con eterna riconoscenza ne hanno appreso la generosa sapienza, certo come sono che alcuni piatti portano dentro di se un’irrinunciabile straordinario femmineo.