La tensione in Rcs è talmente alta che a guardia dell’ingresso della convention aziendale di oggi pomeriggio a Milano, c’era un imponente spiegamento di forze di Polizia. Del resto il tema dell’incontro era il piano di riorganizzazione societaria, con la divisione del gruppo che pubblica Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport in tre macro aree (una giornalistica, una per la pubblicità e una di servizi complementari) e la progressiva integrazione dei signoli elementi di ciascuna. Titolo del meeting, Rcs 2015 Imbarco immediato, che su twitter ha suscitato commenti del tipo: “C’è chi si imbarca e chi viene gettato a mare”.

Come i dipendenti delle 10 testate periodiche in vendita per le quali nessuna delle trattative avviate è andata in porto. E l’azienda ha ufficializzato oggi che se non arriveranno proposte degne di considerazione per fine giugno sarà disposta la chiusura di nove su dieci. All’annuncio è seguita una pacifica protesta dei giornalisti della Rcs Periodici davanti all’ingresso della convention, al teatro Elfo Puccini di Milano.  “E’ una manifestazione corretta e opportuna”, avrebbe commentato l’amministratore delegato della società, Pietro Scott Jovane, secondo quanto hanno riferito i partecipanti alla convention del gruppo editoriale.

La trattativa che il manager aveva tentato sulla cessione in blocco delle dieci testate periodiche è stata bocciata dal consiglio di amministrazione della società alla luce, secondo quanto era filtrato, della dote finanziaria chiesta dagli acquirenti e giudicata troppo elevata dal cda. Le riviste sono Novella 2000, Visto, A, Max, Astra, Ok Salute, BravaCasa, l’Europeo, Yacht & Sail e il polo dell’enigmistica, l’unico che sembrerebbe vendibile. Nelle dieci testate lavorano circa 110 persone.

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