“L’ho trovato sempre molto lucido e consapevole, ma dopo il ricovero al Gemelli non è più stato come prima”. Vincenzo Scotti, ex ministro democristiano, tra i primi ad arrivare nella residenza di Giulio Andreotti, ricorda così: “Un amico con cui ho passato anni importanti della mia vita, credo che gli storici dovranno lavorare molto prima di un giudizio storico vero”. Il suo maggior orgoglio politico? “L’ordine del giorno Andreotti-Iotti sulla politica estera del 1975, quando il Partito comunista accetta il Patto Atlantico”. Sorpreso dalla scelta dei funerali in forma privata? “No, lui ha sempre avuto un basso profilo”, risponde Scotti. Dopo di lui arriva il senatore Pdl Franco Carraro: “E’ stato un uomo di Stato”, dice entrando nell’abitazione del sette volte presidente del Consiglio di Manolo Lanaro
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