“É morto Andreotti, il condannato prescritto per mafia!”. Su Facebook la deputata del Movimento 5 Stelle Giulia Sarti coglie lo spirito di centinaia di messaggi pubblicati su Twitter e sui social network che riguardano Giulio Andreotti, il senatore a vita scomparso nella sua abitazione di Roma a 94 anni. Molti utenti ironizzano sulla sua età avanzata, altri ricordano le ombre sulla carriera politica e tutti i misteri che “ha portato nella tomba”, dalla scomparsa di Aldo Moro fino agli anni del terrorismo e ai rapporti con la criminalità organizzata.
Nel corso degli anni, infatti, Andreotti – il cui hashtag è trending topic su Twitter – ha affrontato accuse pesantissime come quella di essere il mandante dell’omicidio Pecorelli o di essere stato un referente a tutti gli effetti della mafia. Processi da cui era uscito indenne grazie ad assoluzioni e una prescrizione, anche se per quel rapporto con Cosa Nostra era stato riconosciuto colpevole fino alla primavera del 1980 (leggi). “Allora, questa è la chiave e questa è la ricevuta. Poi di là ci sono Pecorelli e Dalla Chiesa che vogliono dirti due paroline”, scrive Dio su Twitter. E ancora per Gorgon “in questo momento Giulio sta svelando alcuni segreti a Dio”, mentre Ellie, visto l’alone di mistero che ha circondato l’uomo politico scrive: “Sono in arrivo nell’ufficio di Andreotti 3mila tritacarte ultima generazione. In meno di 10 ore e tutto sarà distrutto”. Gigi sospetta che “le ultime parole di Andreotti siano state: ‘L’omicidio #Moro fu commissionato da…'” e altri riprendono la sua frase più celebre: “Il potere logora solo chi non ce l’ha”.
Vista la longevità del senatote c’è chi finge di non credere alla scomparsa (“Niente funerali di stato né camera ardente. Nessuno vedrà il corpo. Voi sapete cosa vuol dire” e ancora: “Oggi twitter è pieno di messaggi su Andreotti io per sicurezza aspetto il terzo giorno per dire la mia. Non si sa mai”, “Fino a 10 minuti fa credevo nell’immortalità“) mentre tanti commenti rimandano all’attualità politica del Paese che ha portato a Palazzo Chigi il governo “dell’inciucio”. Tommaso ricorda che il senatore se n’è andato “durante la piena ascesa in politica della DC Generation di oggi”, grazie all’esecutivo bipartisan di Enrico Letta. Tant’è che c’è Mauro è convinto che “con Andreotti scompare l’ultimo simbolo del potere della Democrazia Cristiana, confinato ormai solamente al governo nazionale”.