A poche ore dalla diffusione della notizia della morte di Giulio Andreotti ‘Uomo da marciapiede’ ha sondato le reazioni dei passanti per le strade di Milano. Il “Divo Giulio” divide gli animi anche da morto. Per alcuni è un criminale della politica, per altri è uno statista controverso, ma di indiscutibile spessore, per altri ancora è un padre nobile della Repubblica. I detrattori gli riconoscono intelligenza, ironia e astuzia. Gli ammiratori non ignorano le ombre e i sospetti che hanno avvolto la sua biografia politica, ma li giudicano inevitabili nell’esercizio lungo del potere, moralmente trascurabili e penalmente irrilevanti: “In fondo ne è sempre uscito pulito”. La leggenda che lo vede depositario dei maggiori misteri d’Italia non morirà certo con lui: in tanti si augurano che sia fatta luce, se non altro in sede storiografica, delle questioni irrisolte. “Ormai il giudizio spetta agli storici” – chiosa più di una voce, con l’auspicio che siano in grado di lavorare con maggiore disponibilità di documenti rispetto ai magistrati. Ma anche l’informazione dovrebbe porsi qualche domanda: la famosa vicenda dell’assoluzione per prescrizione con fatti accertati e gravi addebiti di collusione con la mafia, infatti, è conosciuta solo da una minoranza. Non un buon viatico verso un esercizio meno cinico dei pubblici poteri. E voi come la pensate? Chi era davvero Giulio Andreotti e come merita di essere ricordato? Dite la vostra nei commenti o votando la risposta che vi convince di più di Piero Ricca, riprese e montaggio di Ricky Farina
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