Dal 1995 al 2006 il calo degli alloggi in affitto ha accentuato progressivamente la sofferenza delle fasce che non hanno una casa di proprietà: i provvedimenti per finita locazione passano da 33.901 a 9.838, mentre quelli per morosità schizzano da 23.978 a 32.901
Boom di sfratti per morosità in Italia. Dopo un calo registrato dalla fine degli anni ’80, la risalita è iniziata con la crisi immobiliare della metà degli anni 2000 ed è arrivata all’apice nel 2011, con un totale di quasi 64mila casi. I dati sono stati resi noti oggi a Firenze nel corso del convegno “abitare difficile” promosso dalla regione Toscana.
Dal 1995 al 2006 il calo degli alloggi in affitto ha accentuato progressivamente la sofferenza delle fasce che non hanno una casa di proprietà: i provvedimenti per finita locazione passano da 33.901 a 9.838, mentre quelli per morosità schizzano da 23.978 a 32.901. Ma è dal 2007, anno in cui si manifesta apertamente la prima bolla immobiliare e poi la crisi economica, che i provvedimenti per morosità registrano una vera impennata: in soli 4 anni, dal 2007 al 2011, passano da 33.959 a quasi 64mila, mentre quelli per finita locazione diminuiscono ancora fino a 7.471.
Anche in Toscana la diminuzione nel tempo dei provvedimenti per finita locazione si accompagna a una crescita di quelli per morosità, che registrano un incremento sensibile prima nel 1999, a seguito della liberalizzazione del mercato degli affitti, e poi in maniera secca dal 2006, con le prime avvisaglie della crisi, passando dai 2.895 del 2005 ai 4.879 del 2011.
Nel corso del convegno a Firenze è stato lanciato anche un allarme sul modo in cui vivono gli immigrati in Italia. Oltre il 20 per cento è in situazione di “disagio” in quanto a qualità e sicurezza abitativa, considerando situazioni di affitto con altri stranieri, ospitalità offerta da parenti e amici oppure sistemazione nel luogo di lavoro.