Lo scoop è che i parlamentari Cinque Stelle prendono somme da capogiro. Possono comprarci il Colosseo o l’Abbazia florense, riscattandola per intero. Oltraggio, indecenza, vergogna: sono come la casta, si legge. E altre massime: pischelli di burro, entrati a palazzo e sprofondati nel divano del potere. “L’occasione fa l’uomo ladro” è la massima morale ricorrente in simili casi. Vogliono condurre la bella vita, si dice dell’intera pattuglia: nei locali di via Veneto, in alberghi a cinque stelle o in ristoranti frequentati da vecchi papponi. Difficile, francamente, immaginarlo. Allora che ci faranno mai con quella bella diaria di undicimila e passa euro? È questa la domanda cruciale dei filosofi 2.0, dopo la fiducia al governo Letta junior.
Facciamo un po’ di conti da candidato al Pulitzer: a Roma per un appartamento medio servono 1.200 euro, aggiungiamone 300 larghi di consumi e 1.000 di vitto, che sarebbero 50 euro al giorno su venti mensili. Il totale fa 2.500, ma vuoi passare un millino spurio per due portaborse, uno per ogni mano? Così, ce ne andiamo a 4.500, sicché ne restano 6.500, che a regola dovrebbero essere rimessi in circolo, cioè resi, per le buone fauci degli Ugolini e arcivescovi Ruggieri dei partiti di governo.
La situazione è grosso modo codesta, nell’immaginario collettivo, grazie al quale cambia il mondo: dagli Appennini alle Ande, passando per la Calabria e la Colombia federate.
Qualcuno afferma sul web che Grillo è rimasto vittima del grillismo: intortato con la torta della casta, poiché un’attività parlamentare effettiva è costosa. Nello specifico, poi, si rammenta il rifiuto dei rimborsi elettorali, già dimenticato.
A me il comico politico non è mai stato simpaticissimo. Ne ho respinto intemperanze verbali e contestato molte leggerezze, benché abbia visto e apprezzato suoi spettacoli. Ho sempre scritto che la politica non è istinto né comunicazione, lamentando la chiusura nell’ultimo post-moderno degli spazi politici e invitando a uscire dalla rete, che all’estremo crea eroi del mouse, clic-attivisti; a volte perfetti esaltati.
Tuttavia, insisto su una questione, che molto probabilmente passerà come nulla, non essendo la polvere di un testo a zero ripetuto. Adesso il governo è un assieme di forze che cercheranno di eseguire le direttive dell’Europa e dell’America (settentrionale) della finanza, blindando le istituzioni democratiche e cambiando le regole con la scusa della necessità, dell’urgenza, della crisi. Il fronte d’opposizione, piaccia o meno, è il Movimento Cinque Stelle, cui, è quasi scontato, non andrà né la presidenza del Copasir né della Vigilanza Rai.
Informatici con talune parvenze hanno compiuto reati gravissimi, legittimati da troppo silenzio, a danno dei parlamentari Cinque Stelle. Subito dopo, la discussione pubblica si è concentrata sulle tasche degli eletti; benché a inizio legislatura è pacifico che costoro debbano ancora organizzare le restituzioni promesse in campagna elettorale. Queste due mosse ammanteranno il dominio totale delle istituzioni da parte di chi governa, di modo che l’opposizione sia indebolita e privata degli strumenti di controllo. Tuttavia, ciò pare non interessare a sufficienza certa intelligenza connettiva, collettiva.