Il presidente del Tribunale, Stefano Benini, aveva scritto al Csm per chiedere rinforzi sottolineando che il giudice per le indagini preliminari chiedeva di essere sollevato da quella funzione. Gasparri (Pdl): "Non vorremmo che i giudici avessero messo le mani avanti per giustificare la lentezza con la quale si sta procedendo"
Se non è uno scontro tra toghe e almeno un anomalo botta e risposta. E restarebbe nelle pieghe della cronaca locale se non fosse che i magistrati in questione non fossero il presidente del Tribunale di Siena e il giudice per le indagini preliminari cui è stato assegnato il complesso fascicolo Monte Paschi di Siena. Il gip, il giorno dopo la diffusa della notizia di una lettera del presidente al Csm in cui si chiedevano rinforzi, ci tiene a dire la sua: ”Non ho chiesto di essere sollevato dall’inchiesta Mps, casomai ho richiesto un aiuto affinché potessi essere sollevato almeno temporaneamente da tutti gli altri incombenti che mi sono stati assegnati tabellarmente specie nel settore civile e nel campo fallimentare”. In un piccolo Tribunale come quello della cittadina senese può capitare che un giudice debba occuparsi di molti e diversi fascicoli e che possa andare in affanno. Nel caso Parmalat il Tribunale emiliano ottenne almeno un’applicazione.
Polemica tra il presidente del Tribunale e il gip. Il gip Ugo Bellini – che non aveva convalidato il sequestro di 18 miliardi a Numura e agli ex vertici di Mps disposto dalla Procura – di fatto smentisce Stefano Benini che, nella missiva al Consiglio Superiore della Magistratura, sosteneva che la toga gli chiedesse in continuazione di essere sollevato dal fascicolo. “Non ho mai avuto paura – ha proseguito il Benini, ha scritto una lettera al Csm chiedendo due magistrati e la copertura dell’organico che vede attualmente una scoperturà del 25% rispetto ai 12 posti previsti. Tra l’altro il gip Ugo Bellini ha chiesto di essere sollevato dall’incarico di esaminare i provvedimenti relativi ai fascicoli sul Mps.
Benini, nel chiedere il rinforzo di due magistrati, sottolineava “la situazione di emergenza assoluta in cui viene improvvisamente a trovarsi questo Tribunale, a seguito delle note vicende che interessano uno dei maggiori istituti di credito del Paese, e che determinano consistenti ripercussioni sul funzionamento dell’ufficio, in termini di aggravio quantitativo del lavoro e anche di impegno qualitativo”, con “anche difficoltà connesse alla formazione dei collegi giudicanti nelle fasi dibattimentali. L’aggravio di lavoro per il Bellini – scriveva – è ai limiti della sostenibilità e non c’è giorno in cui il collega non chieda di essere sollevato da quella funzione. La demotivazione e il timore di non essere all’altezza del compito, quantitativamente e qualitativamente, sono evidenti” aveva sostenuto, ma oggi il giudice in questione dà una versione completamente diversa dei fatti.
Gasparri: “Quello che accade è inquietante”. Sulla polemica si innesta anche il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri: ”Quanto sta accadendo al tribunale di Siena è inquietante. A causa della mole di lavoro, data la complessità dell’inchiesta sul Monte Paschi, il presidente del tribunale ha chiesto rinforzi. Addirittura il gip che si occupa del caso avrebbe pregato di essere sollevato dalla funzione per la gravosità dell’incarico. I dubbi sui reali motivi di queste lagnanze sono legittimi. La condizione dei nostri tribunali sotto il profilo degli organici è tale per cui immaginare un incremento di forze è molto difficile”. “E questo a Siena – osserva Gasparri – lo sanno bene. Non vorremmo quindi che i giudici avessero messo le mani avanti per giustificare la lentezza con la quale si sta procedendo nel far luce sugli scandali finanziari della sinistra Un tentativo – si chiede Gasparri – di insabbiare la vicenda? Ci auguriamo di no. Sarebbe gravissimo se le cose stessero in questi termini. E se soprattutto, per non avere a che fare con una inchiesta tanto scottante, si preferisse essere sollevati dall’incarico”.
Procura verso richiesta di giudizio immediato per Baldassarri. I pm di Siena che indagano sul Monte dei Paschi sarebbero orientati a fare una richiesta di giudizio immediato per Gianluca Baldassarri, l’ex capo dell’area finanza di Mps in carcere dal 16 febbraio scorso. E’ quanto trapela dalla lettera che il presidente del Tribunale di Siena, Stefano Benini, ha inviato al Csm per chiedere rinforzi in organico per far fronte alla mole di lavoro determinata proprio dall’inchiesta sul Monte dei Paschi. “Si apprende altresì che riguardo ad un indagato in stato di custodia cautelare – scrive Benini – verrà richiesto nei prossimi giorni giudizio immediato. Con urgenza di predisporre un collegio in grado di funzionare in un tempo che prevedibilmente può collocarsi già ai primi del prossimo mese di giugno, ma che non potrà concludersi entro la metà di settembre”.
Proprio ieri i pm senesi titolari dell’inchiesta sul Monte dei Paschi avevano depositato al Tribunale del Riesame il ricorso contro la decisione di Bellini, che ha respinto il decreto di sequestro disposto dalla Procura senese nei confronti di banca Nomura (per 1,8 miliardi di euro) e nei confronti degli ex vertici di Mps, Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri (per complessi 14,4 milioni). Il ricorso dovrebbe essere preso in esame entro il mese di maggio. Successivamente, però, potrebbe esserci un ulteriore passaggio in Cassazione nel caso di ricorso alla decisione dello stesso Tribunale del Riesame che potrebbe essere presentato da una delle parti, e tutta la vicenda potrebbe slittare fino a settembre. I pm sarebbero anche orientati a presentare una richiesta di giudizio immediato per Gianluca Baldassarri, l’ex capo dell’area finanza di Mps.