Dopo tre fumate nere e la minaccia di rottura delle larghe intese, il coordinatore regionale del partito di Berlusconi in Campania ha ottenuto 13 voti, mentre ci sono state otto schede bianche, una nulla e quattro per il grillino Mario Michele Giarrusso. L'elezione è stata salutata da un applauso del Pdl
Francesco Nitto Palma è stato eletto presidente della Commissione Giustizia al Senato. Alla quarta votazione, il cui esito è arrivato poco dopo la terza fumata nera, l’ex magistrato vicino a Berlusconi ha ottenuto l’appoggio di Scelta Civica, raggiungendo 13 voti favorevoli, mentre i senatori Pd e la Lega hanno votato scheda bianca. Una scheda è stata invece dichiarata nulla e quattro sono andate a favore di Mario Michele Giarrusso del Movimento 5 Stelle. L’elezione è stata accolta con un applauso dal Pdl, che non aveva perso coraggio dopo la bocciatura di ieri. “Resta lui il nostro candidato”, aveva dichiarato Renato Schifani riferendosi all’ex magistrato vicino a Silvio Berlusconi.
Non si sono fatte attendere le prime dichiarazioni di Palma dopo l’elezione. “Bisogna evitare di usare termini come ‘sparare’ soprattutto alla luce di quello che è accaduto a Palazzo Chigi qualche giorno fa”, ha detto riferendosi al senatore Pd Corradino Mineo, che ieri aveva spiegato come “l’unico modo di tenere il governo in piedi fosse sparare contro le cose indecenti”, augurandosi che Palma non fosse nominato presidente della Commissione. Il coordinatore regionale del partito di Berlusconi in Campania ha quindi detto di essere “stanco di essere insultato in questo modo”, perché “credo che quando si accusi una persona di indecenza si debba motivarne il perché”.
E ha poi ricordato che, da magistrato, “ho vissuto blindato per 25 anni, ho fatto processi anti terrorismo e anti criminalità organizzata, sfidando i proiettili dell’estrema destra, dell’estrema sinistra: non mi metto paura”. Per quanto riguarda le priorità da esaminare, invece, Palma ha detto che “decideranno tutti i gruppi riuniti nell’ufficio di presidenza della Commissione”, anticipando che “la questione dell’emergenza carceri è un tema che sta a cuore a tutti”.
Dura la reazione di Beppe Grillo, che sul suo blog ha pubblicato un post dal titolo “L’Alfabeto della vergogna”, che spara a zero contro le presidenze delle commissioni parlamentari “spartite tra pdl e pdmenoelle”. Sono un “potente vaffanculo alla Nazione”, prosegue il leader del M5S, “la lista della vergogna comprende trombati, inquisiti, mariti, vecchie scarpe dell’inciucio, riscossori di premi partita, trombettieri del falso, senatrici da supermarket con scorta”. Severo anche il commento di Bruno Tabacci, leader di Centro democratico. “Nitto Palma? Non lo avrei votato e non avrei fatto l’accordo col Pdl”, ha detto al programma di Radio2 “Un giorno da pecora”, perché “lui è in palese conflitto di interessi, va a fare il presidente della Commissione Giustizia per aiutare Berlusconi”.
Uscendo dalla Commissione Giustizia del Senato, il senatore di Svp Karl Zeller ha invece dichiarato: “A noi quest’accordo non è piaciuto, ma io penso che gli accordi vadano rispettati e quindi ho votato a favore di Nitto Palma”. Mentre il capogruppo di Scelta civica al Senato, Gianluca Susta, ha detto: ”Quello a cui abbiamo assistito con la votazione sulla presidenza Nitto Palma in Commissione Giustizia è davvero il teatrino della vecchia politica. Hanno votato senza battere ciglio Formigoni in commissione Agricoltura e poi qui, dopo aver preso un accordo preciso, non lo hanno rispettato”. E il coordinatore di Scelta civica, Andrea Olivero, ha agguinto: “E’ chiaro che possono esserci conseguenze sul governo se il Pd non esce dalla confusione, stare al governo e fare anche l’opposizione è paradossale”.
Il Partito democratico, nel frattempo, propone la rinuncia all’indennità di funzione per i parlamentari che fanno parte degli uffici di presidenza delle commissioni di Senato e Camera. “Serve un segnale vero di sobrietà”, hanno spiegato i capigruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, e al Senato, Luigi Zanda. E hanno aggiunto: “I gruppi parlamentari del Pd proporranno che tutti i senatori e i deputati eletti negli uffici di presidenza delle commissioni, presidenti, vicepresidenti e segretari, rinuncino alle indennità di funzione previste per tali incarichi”.