Il Consiglio superiore della Magistratura si è spaccato sulla sua nomina. Il magistrato eletto per 27 lunghi anni è stato pm nella capitale, occupandosi di inchieste scottanti, come quella sulla Loggia P2 e fu sentito come testimone nei processi Sme-Imi Sir perché conosceva Cesare Previti e aveva partecipato a una cena a casa dell'avvocato
Il Csm si è spaccato sulla nomina di Giorgio Santacroce a primo presidente della Corte di Cassazione. Tredici sono stati i voti a favore contro i nove andati al suo diretto concorrente, il presidente della seconda sezione civile della Cassazione Luigi Rovelli.
L’attuale titolare dell’incarico Ernesto Lupo, che guida la Suprema Corte dal 2010, tra qualche giorno lascerà la magistratura per raggiunti limiti di età. Ma sulla scelta del suo successore i consiglieri di Palazzo dei marescialli si sono divisi. Al punto che la partita tra i due concorrenti indicati il 18 aprile scorso dalla Commissione per gli incarichi direttivi, il presidente della Corte d’appello di Roma Giorgio Santacroce e il presidente della seconda sezione civile della Cassazione Luigi Rovelli, si è giocata sul filo di lana.
Santacroce da cinque anni guida la Corte d’appello di Roma, che è il più grande ufficio giudiziario d’Europa per estensione territoriale e bacino di utenza. Per 27 lunghi anni è stato pm nella Capitale, occupandosi di inchieste scottanti, come quelle su Ustica e la Loggia P2. Il suo nome era finito al centro di una polemica perché fu sentito come testimone nei processi Sme e Imi-Sir in quanto magistrato frequentato, come molti altri, dall’avvocato Cesare Previti, condannato a 6 anni per corruzione in atti giudiziari. Alla toga né la Procura di Milano e neanche altre procure ha mai contestato nulla, ma nell’aula del processo Sme, Santacroce confermò (18 marzo del 2001) la conosocenza con Previti. Quando l’allora pm Ilda Boccassini chiese se era mai stato a casa del legale imputato e poi condannato risponse: “Ho preso parte a una cena nello studio di via Cicerone”. Una delle tante cene descritte dalle teste Stefania Ariosto.
Nato a La Spezia, 72 anni, in magistratura da 48, la sua carriera si è svolta quasi tutta negli uffici giudiziari romani, ad eccezione di una parentesi di 11 anni alla Corte di Cassazione. Alla procura ordinaria capitolina è approdato nel 1970 e ci è rimasto per 20 anni. Anni intensi segnati da inchieste importanti, sul terrorismo rosso (gli attentati dei Nuclei armati proletari e il loro sequestro del giudice Giuseppe De Gennaro, l’uccisione di Giorgiana Masi a Ponte Garibaldi) e nero ( l’inchiesta su Avanguardia nazionale e sugli omicidi di Paolo di Nella e Francesco Cecchin), e su quello internazionale: è Santacroce ad occuparsi dell’omicidio di rappresentati dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina da parte di agenti del Mossad israeliano, così come degli attentati compiuti a Roma da esponenti di Settembre Nero. E’ di quegli anni anche l’inchiesta sui fondi neri della Banca nazionale del lavoro e sul disastro di Ustica. Dal 1990 con il passaggio alla Procura generale di Roma, Santacroce rappresenta con successo l’accusa nei processi riguardanti la Loggia P2, la vicenda delle lenzuola d’oro (in cui furono coinvolti i massimi dirigenti delle Ferrovie dello Stato), il sequestro del marchese Grazioli da parte della Banda della Magliana, i fiancheggiatori di Prima Linea e delle Brigate Rosse.
E anche da consigliere di Cassazione, dove arriva nel 1997 restandovi per 11 anni, si occupa di vicende giudiziarie di risonanza nazionale: il giudizio di revisione dell’omicidio Calabresi, il processo per l’omicidio di Marta Russo, e quello a carico di Annamaria Franzoni, la mamma di Cogne condannata per l’omicidio del figlio Samuele. Negli anni Novanta viene sentito invece come testimone al processo Imi-Sir per una cena con Cesare Previti.
Rovelli è stato invece Procuratore generale di Genova (città dove ha ricoperto anche i ruoli di giudice e consigliere della Corte d’appello) e prima ancora Capo dell’Ufficio legislativo del ministero della Giustizia, ai tempi di Giovanni Maria Flick: anni in cui ha predisposto importanti testi legislativi, come quello relativo all’istituzione del giudice unico di primo grado. Dal 2008 è presidente di sezione in Cassazione e dal 2011 guida la seconda sezione civile, dove in poco tempo ha ridotto in maniera significativa il consistente arretrato (10mila ricorsi) che aveva trovato al suo arrivo. Autore di numerose pubblicazioni giuridiche, Rovelli è apprezzato anche negli ambienti ecclesiastici e in particolare avrebbe buoni rapporti con il cardinale Bagnasco, arcivescovo di Genova negli stessi anni in cui lui era a capo della procura generale del capoluogo ligure.
A favore di Santacroce hanno votato compatti i gruppi di Unicost e di Magistratura Indipendente e quattro consiglieri su cinque dei laici del centro-destra (Luigi Marini invece siè astenuto). Per Rovelli invece tutti i consiglieri di Area, i laici del Pd e gli indipendenti Paolo Corder e Nello Nappi. Si sono invece astenuti il vice presidente Michele Vietti, il primo presidente uscente della Cassazione Ernesto Lupo e il Pg della Suprema Corte Gianfranco Ciani.