Il 9 maggio nello spazio sulle colline riminesi sessione di lavoro aperta per la nuova produzione prossima al debutto al festival Transamériques di Montréalper della compagnia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò: "L'utopia è sempre necessaria e sempre provvisoriamente realizzabile"
Fuori dai circuiti consueti del pubblico teatrale c’è l’Arboreto di Mondaino, dove il 9 maggio (ore 21,00) la compagnia Motus presenta in sessione di lavoro aperta Nella Tempesta, nuova produzione prossima al debutto al festival Transamériques di Montréal (e poi alle Colline Torinesi in giugno). Non uno spettacolo, dunque, ma una prova in pubblico a conclusione del periodo di lavoro che il gruppo ha trascorso all’Arboreto. Questo spazio, mezz’ora di macchina da Rimini verso il fondo delle colline, non è infatti un normale teatro, ma una struttura specializzata in residenze teatrali: artisti e compagnie si stabiliscono qui per intensi e solitari periodi di prova.
“La sfida – scrivono Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, ideatori e registi del progetto – è riuscire a muovere una macchina senza benzina ma con del carburante ardente e alternativo”. Niente scenografie infatti, ma un unico materiale di scena: coperte, solo coperte da reperire sul posto della rappresentazione con la complicità del pubblico, e da redistribuire a chi possa riutilizzarle al termine degli spettacoli. Perché le coperte, spiegano gli autori, sono “il primo rifugio dopo un uragano, un naufragio o un conflitto bellico”.
L’ispirazione shakespeariana del loro nuovo lavoro corrisponde dunque a un tentativo di usare il teatro per intervenire sul nostro presente. Percorrendo i loro autori (citano Dick, London, Thoreau, Ballard, De Lillo, Huxley), Casagrande e Nicolò hanno trovato nella Tempesta una metafora perfetta: la forza dell’uragano richiama l’universo socio-politico di oggi, mentre l’isola, nell’immaginario rinascimentale, è il mondo utopico, alternativo alla realtà del dominio e dell’oppressione. E proprio in quest’isola proveranno a trasformare di volta in volta i loro palcoscenici, invitando – non costringendo – gli spettatori a formare una instant community, una zona di esperienza autentica, destinata a durare lo spazio della serata. E a dimostrare per sempre, almeno nelle intenzioni, che l’utopia è sempre necessaria e sempre provvisoriamente realizzabile. Con Silvia Calderoni, Glen Çaçi, Ilenia Caleo, Fortunato Leccese, Paola Stella Minni
Prenotazione obbligatoria 0541 624474 – Informazioni su http://www.arboreto.org/ e info@arboreto.it