“Via Bebbe Alfano”. Accade a Trapani. Il Comune, a insaputa della famiglia, decide di intitolare una strada all’ultimo giornalista ucciso dalla mafia in Sicilia: mio padre. Pare sia passato parecchio tempo dall’affissione della targa nella zona di Fontanelle Sud, e c’è chi continua a chiedersi chi fosse questo “Bebbe”. Già, perché mio padre, ucciso l’8 gennaio del 1993 a Barcellona Pozzo di Gotto (Me), si chiamava “Beppe”.
Non so quale amministrazione abbia deciso di compiere un gesto così bello e apprezzabile, ma so per certo che nessuno ha chiamato me, né gli altri componenti della mia famiglia, per avvertire di questa decisione. Certo vedere il nome di mio padre grottescamente storpiato, sicuramente involontariamente, mi ha turbata. Se non altro perché mi è stato riferito che sono stati molti i cittadini a chiedere che quella targa fosse rimossa e sostituita con un’altra, corretta. Inutilmente.
Allora ho deciso di scrivere personalmente al sindaco di Trapani, Vito Damiano, per fare la stessa richiesta. Così, il 3 maggio scorso, ho inviato una breve lettera ai suoi uffici, nella speranza di ricevere una risposta. Speranza risultata vana, nonostante la vicenda sia stata raccontata anche dalla stampa. Verrebbe da pensare, a questo punto, che si tratti davvero di una forma di scherno nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita per la verità e la giustizia. Del resto, Vito Damiano è colui che, di fronte a una platea di studenti di una scuola media, disse che “i progetti dove si parla sempre e solo male della mafia, in realtà danno importanza ai mafiosi”.