“Noi lavoriamo e dobbiamo essere protetti, soprattutto dai sindacati, che ieri avrebbero voluto interrompere lo sciopero a mezzogiorno”. E’ esplosa la protesta di alcune decine di lavoratori portuali durante la manifestazione di solidarietà a Genova dopo la tragedia del Jolly Nero che ha causato sette morti e due dispersi. E due di loro, al termine dei discorsi ufficiali, hanno preso la parola davanti alle migliaia di cittadini riuniti in piazza Matteotti, rivolgendo dure critiche anche al “teatrino dei sindacati” e sul fatto che ieri, poichè lo sciopero in segno di lutto riguardava il traffico mercantile e non quello passeggeri, sia partita una “nave di divertimenti” .

Lutto in città che per 15 minuti, dalle 11 alle 11.15, si è fermata: chiuse banche, negozi, supermercati. Sospese le attività nelle scuole e all’università. I primi ad arrivare in piazza sono stati gli operai delle Riparazioni navali, seguiti da quelli di Fincantieri e dai camalli del porto. Presenti anche rappresentanti delle istituzioni civili e militari. Davanti ai manifestanti è intervenuto il presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Merlo, che, in merito alle proteste ha spiegato: “Oggi è il momento del dolore, del cordoglio. Ci può essere anche la rabbia ma oggi non è il momento delle polemiche ma dell’unità. Bisogna essere uniti soprattutto per rispetto delle vittime, delle persone che non ci sono più e dei loro familiari”. Oltre al sindaco Marco Doria, hanno preso la parola il segretario della Cgil Ivano Bosco e il responsabile dei cappellani del lavoro, monsignor Luigi Molinari, interrotto dai manifestanti durante il suo intervento.

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