La petizione di "Fuori Borghezio dal Parlamento europeo. #IostoconCecileKyenge" è pronta per essere presentata al presidente Martin Schultz. Tutto è partito dalle frasi con cui il leghista ha commentato l'incarico al neo ministro dell'Integrazione: "Scelta del cazzo"
Raggiunta quota 120 mila firme per chiedere “Fuori Borghezio dal Parlamento europeo. #IostoconCecileKyenge“. Questo il titolo della petizione lanciata online da change.org per sostenere l’espulsione del leghista dall’istituzione di Bruxelles. Ora che il numero delle firme necessarie è stato raggiunto, la mozione è pronta per essere presentata al presidente Martin Schultz. “Un risultato straordinario quello raggiunto in pochi giorni grazie al tam tam sulla rete e i social network per chiedere dimissioni e sanzioni contro l’esponente del Carroccio che pochi giorni fa ha insultato, con espressioni palesemente razziste il neo ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge”, ha spiegato Stefano Corradino, direttore di Articolo 21 e autore della petizione.
Il riferimento è alle frase con cui Mario Borghezio ha commentato l’incarico come ministro dell’Integrazione assegnato a Cecile Kyenge. “Scelta del cazzo, ha la faccia da casalinga”. E ancora: “Diciamo che io ho un pregiudizio favorevole ai mitteleuropei. Kyenge fa il medico, gli abbiamo dato un posto in una Asl che è stato tolto a qualche medico italiano“. “Questo è un governo del bonga bonga“.
“Mario Borghezio – prosegue Corradino – non è un cittadino comune ma il rappresentante di una prestigiosa istituzione sovranazionale, il Parlamento europeo. E per di più membro della Commissione per le libertà civili… Pertanto le sue dichiarazioni, oltre ad essere una grave offesa al neo ministro dovrebbero essere considerate un oltraggio al parlamento europeo, l’istituzione legislativa della Ue e ai suoi principi fondanti”.
“A breve faremo sapere temi e modi con cui consegneremo la petizione a Schultz”, conclude Corradino. E se la richiesta di espulsione non dovesse essere accolta, la petizione punta “quantomeno a che si prendano nei cuoi confronti i più pesanti provvedimenti disciplinari”.