Uno striscione per dire “stop ai finanziamenti pubblici per le scuole private”. Scendono in campo con un blitz notturno i giovani del Blocco Studentesco di Casapound Bologna per dire che al referendum del 26 maggio prossimo si schiereranno con il fronte ‘A’, quello che chiederà all’amministrazione comunale di abrogare gli stanziamenti in favore delle paritarie private. Più di un milione di euro all’anno, soldi dei cittadini, “che servirebbero alla scuola pubblica ma che invece il Comune elargisce a istituti che già hanno le rette per finanziare le proprie spese”. “Da anni – spiega Lorenzo Bernanrdini, responsabile provinciale del Blocco Studentesco Bologna – il nostro movimento si è schierato nel sostegno intransigente alla scuola pubblica, e per questo daremo voto favorevole al referendum per l’abrogazione di tali contributi. La scuola che vogliamo è aperta a tutti e laica, in grado di educare nuove generazioni al di fuori di interessi particolari o ideologici”.
Del resto, continua Bernardini, “dovrebbe essere lo Stato ad assumersi il compito di educare i cittadini, e tutte le risorse dovrebbero essere spese per assolvere a questa funzione, per mantenere l’istruzione aperta a tutti, sia a chi può permettersela, sia a chi non avrebbe, altrimenti, il denaro necessario per mandare i figli a scuola”. Non è giusto, continuano i militanti di estrema destra, “che invece alcune famiglie vengano obbligate a pagare il contributo volontario per poter iscrivere i figli a scuola, un contributo che dovrebbe essere libero, ma che spesso viene preteso per raccogliere risorse utili a pagare le bollette dell’istituto. Ecco, con problemi simili come si può decidere di stanziare risorse ai privati quando ci sarebbe tanto da fare per le statali?”.
Per questo, quindi, al referendum del 26 maggio, quello che ha provocato più di qualche frattura all’interno dell’amministrazione cittadina stessa, definito dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, “un caso nazionale”, dal quale “deve partire la riscossa civile e politica del Pd”, tanto che “gli estremisti conservatori vanno battuti, sconfitti, per affermare un’idea moderna della sinistra e della scuola che è scritta nero su bianco nella carta dei valori fondanti del partito”, Casapound voterà ‘A’. Per questo in diverse città, come a Parma, il Blocco Studentesco è sceso in piazza con volantini e striscioni, pronto ad appoggiare, almeno per questa volta, la posizione presa, a Bologna, da Sinistra Ecologia e Libertà, e dal Movimento 5 Stelle, ‘soli contro tutti’. Contro Pd e Pdl uniti come a Roma, per esempio. “Noi non abbiamo alcun problema ad appoggiare le loro proposte, quando sono condivisibili – commenta Lorenzo – è dall’altra parte che troviamo costantemente un muro ideologico”.
“La protesta di Casapound dimostra che anche nelle fogne c’è vita – è il commento di Mirco Pieralisi, consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà – ma sono dinisnteressato a quello che vi succede, i suoi abitanti è bene che restino lì a nutrirsi di rifiuti”. Per quanto riguarda il referendum, aggiunge Pieralisi, “voteremo A insieme a tanti cittadini di orientamento ideale, politico e religioso diverso, per rafforzare la scuola laica e pluralista, perché chi chiede scuola pubblica, statale e comunale, deve averla, perché sussidiarietà non significa sostituzione. Dispiace che anche il sindaco a volte esca dal merito e si presti a un’interpretazione strumentale e scorretta”, tentando di “trasformarlo in un referendum pro o contro il sindaco, pro o contro un partito, pro o contro una giunta, pro o contro la chiesa cattolica”.
“La nostra posizione è chiara, più cittadini condivideranno questa posizione e meglio è” sottolinea invece Massimo Bugani, consigliere a 5 Stelle del Comune di Bologna, che sulle affermazioni del sindaco di Bologna, aggiunge: “secondo me queste frasi sono state dette per paura, perché qualora il referendum si concludesse con la vittoria del fronte ‘A’, quello favorevole all’abrogazione dei finanziamenti alle scuole private, contro il quale il Pd si è espresso tanto duramente, sarà difficile per i democratici andare avanti, dal punto di vista politico. Credo che una sconfitta dovrebbe portarli a compiere una seria valutazione politica, sulla città e sui propri elettori”.
E se invece vincesse il fronte ‘B’? “Ne prenderemo atto – continua Bugani – il parere dei cittadini va sempre tenuto in grande considerazione. Per questo mi è dispiaciuto sentir dire dal sindaco che, qualunque sia l’esito del referendum lui non ne terrà conto: la consultazione è un momento di partecipazione diretta e come tale è di grande rilevanza”.
Il Comitato Articolo 33, in un comunicato, tiene però a precisare: “Nessuna adesione formale o meno è arrivata né al Comitato né all’appello “Bologna riguarda l’Italia” che a tutt’oggi è stato sottoscritto da 7437 persone. I pronunciamenti pubblici sul referendum fanno parte della dialettica democratica che finalmente si è aperta a Bologna. Era quello che auspicava il comitato fin dall’inizio della raccolta firme per dare la possibilià alla cittadinanza, il prossimo 26 maggio, di pronunciarsi su un tema vitale per la città: quale scuola vogliamo”.
“Per questo ci sembra utile ribadirlo”, conclude, “Chi vota A vota la scuola laica, gratutita, di tutte e tutti. Come sancito nella nostra costituzione repubblicana, laica e antifascista perché nata dalla resistenza”.
Emilia Romagna
Referendum, Casapound con Sel e 5 Stelle: “Vogliamo una scuola pubblica e laica”
Il Blocco Studentesco di estrema destra dichiara il proprio voto nella consultazione del 26 maggio sul finanziamento di un milione di euro l'anno del Comune di Bologna alle scuole paritarie. Bugani (M5S): "PIù gente vota A meglio è"
Uno striscione per dire “stop ai finanziamenti pubblici per le scuole private”. Scendono in campo con un blitz notturno i giovani del Blocco Studentesco di Casapound Bologna per dire che al referendum del 26 maggio prossimo si schiereranno con il fronte ‘A’, quello che chiederà all’amministrazione comunale di abrogare gli stanziamenti in favore delle paritarie private. Più di un milione di euro all’anno, soldi dei cittadini, “che servirebbero alla scuola pubblica ma che invece il Comune elargisce a istituti che già hanno le rette per finanziare le proprie spese”. “Da anni – spiega Lorenzo Bernanrdini, responsabile provinciale del Blocco Studentesco Bologna – il nostro movimento si è schierato nel sostegno intransigente alla scuola pubblica, e per questo daremo voto favorevole al referendum per l’abrogazione di tali contributi. La scuola che vogliamo è aperta a tutti e laica, in grado di educare nuove generazioni al di fuori di interessi particolari o ideologici”.
Del resto, continua Bernardini, “dovrebbe essere lo Stato ad assumersi il compito di educare i cittadini, e tutte le risorse dovrebbero essere spese per assolvere a questa funzione, per mantenere l’istruzione aperta a tutti, sia a chi può permettersela, sia a chi non avrebbe, altrimenti, il denaro necessario per mandare i figli a scuola”. Non è giusto, continuano i militanti di estrema destra, “che invece alcune famiglie vengano obbligate a pagare il contributo volontario per poter iscrivere i figli a scuola, un contributo che dovrebbe essere libero, ma che spesso viene preteso per raccogliere risorse utili a pagare le bollette dell’istituto. Ecco, con problemi simili come si può decidere di stanziare risorse ai privati quando ci sarebbe tanto da fare per le statali?”.
Per questo, quindi, al referendum del 26 maggio, quello che ha provocato più di qualche frattura all’interno dell’amministrazione cittadina stessa, definito dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, “un caso nazionale”, dal quale “deve partire la riscossa civile e politica del Pd”, tanto che “gli estremisti conservatori vanno battuti, sconfitti, per affermare un’idea moderna della sinistra e della scuola che è scritta nero su bianco nella carta dei valori fondanti del partito”, Casapound voterà ‘A’. Per questo in diverse città, come a Parma, il Blocco Studentesco è sceso in piazza con volantini e striscioni, pronto ad appoggiare, almeno per questa volta, la posizione presa, a Bologna, da Sinistra Ecologia e Libertà, e dal Movimento 5 Stelle, ‘soli contro tutti’. Contro Pd e Pdl uniti come a Roma, per esempio. “Noi non abbiamo alcun problema ad appoggiare le loro proposte, quando sono condivisibili – commenta Lorenzo – è dall’altra parte che troviamo costantemente un muro ideologico”.
“La protesta di Casapound dimostra che anche nelle fogne c’è vita – è il commento di Mirco Pieralisi, consigliere comunale di Sinistra Ecologia e Libertà – ma sono dinisnteressato a quello che vi succede, i suoi abitanti è bene che restino lì a nutrirsi di rifiuti”. Per quanto riguarda il referendum, aggiunge Pieralisi, “voteremo A insieme a tanti cittadini di orientamento ideale, politico e religioso diverso, per rafforzare la scuola laica e pluralista, perché chi chiede scuola pubblica, statale e comunale, deve averla, perché sussidiarietà non significa sostituzione. Dispiace che anche il sindaco a volte esca dal merito e si presti a un’interpretazione strumentale e scorretta”, tentando di “trasformarlo in un referendum pro o contro il sindaco, pro o contro un partito, pro o contro una giunta, pro o contro la chiesa cattolica”.
“La nostra posizione è chiara, più cittadini condivideranno questa posizione e meglio è” sottolinea invece Massimo Bugani, consigliere a 5 Stelle del Comune di Bologna, che sulle affermazioni del sindaco di Bologna, aggiunge: “secondo me queste frasi sono state dette per paura, perché qualora il referendum si concludesse con la vittoria del fronte ‘A’, quello favorevole all’abrogazione dei finanziamenti alle scuole private, contro il quale il Pd si è espresso tanto duramente, sarà difficile per i democratici andare avanti, dal punto di vista politico. Credo che una sconfitta dovrebbe portarli a compiere una seria valutazione politica, sulla città e sui propri elettori”.
E se invece vincesse il fronte ‘B’? “Ne prenderemo atto – continua Bugani – il parere dei cittadini va sempre tenuto in grande considerazione. Per questo mi è dispiaciuto sentir dire dal sindaco che, qualunque sia l’esito del referendum lui non ne terrà conto: la consultazione è un momento di partecipazione diretta e come tale è di grande rilevanza”.
Il Comitato Articolo 33, in un comunicato, tiene però a precisare: “Nessuna adesione formale o meno è arrivata né al Comitato né all’appello “Bologna riguarda l’Italia” che a tutt’oggi è stato sottoscritto da 7437 persone. I pronunciamenti pubblici sul referendum fanno parte della dialettica democratica che finalmente si è aperta a Bologna. Era quello che auspicava il comitato fin dall’inizio della raccolta firme per dare la possibilià alla cittadinanza, il prossimo 26 maggio, di pronunciarsi su un tema vitale per la città: quale scuola vogliamo”.
“Per questo ci sembra utile ribadirlo”, conclude, “Chi vota A vota la scuola laica, gratutita, di tutte e tutti. Come sancito nella nostra costituzione repubblicana, laica e antifascista perché nata dalla resistenza”.
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Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Le Idf hanno riferito che sono in corso attacchi aerei contro obiettivi militari nella Siria meridionale. I siti includono quartieri generali e altre strutture utilizzate per immagazzinare armi ed equipaggiamento appartenenti all'ex regime siriano, afferma l'esercito, aggiungendo di aver individuato tentativi da parte di gruppi non specificati di utilizzare tali armi. "La presenza di queste armi nella Siria meridionale è una minaccia per lo Stato di Israele. L'Idf non permetterà l'esistenza di una minaccia militare nella Siria meridionale e agirà contro di essa", ha aggiunto l'Idf.