Il magistrato rilasciò alcune dichiarazioni alla stampa dopo l'informativa del ministro dell'Interno Maroni al Senato: "Parlai perché io non ho mai autorizzato l'affidamento della giovane marocchina a Nicole Minetti". Lunedì la requisitoria del processo a Berlusconi
Condannata per la violazione del riserbo. Per questo è stata sanzionata dal Csm con la censura Anna Maria Fiorillo, il pm della Procura dei minori di Milano che era di turno la notte in cui Ruby venne portata in questura e poi affidata a Nicole Minetti, episodio che ha dato poi il via al processo a carico di Silvio Berlusconi. La censura è la meno dura delle “pene” previste di fronte al Consiglio superiore della magistratura. L’accusa riguardava alcune dichiarazioni del magistrato alla stampa, con le quali Fiorillo rettificò quando detto dall’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni al Senato, spiegando di non aver mai autorizzato l’affidamento della giovane marocchina alla Minetti. “L’avevo messo in conto, ma lo rifarei” ha commentato la Fiorillo, che ha aggiunto che presenterà ricorso contro questa decisione.
Lunedì è in programma la ripresa del processo a Berlusconi per questa vicenda. A meno di “colpi di scena”, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini dovrebbe concludere la requisitoria con la richiesta di condanna nel processo Ruby, che vede l’ex presidente del Consiglio imputato per concussione e prostituzione minorile per i presunti festini a luci rosse ad Arcore e per la telefonata a funzionari della Questura per chiedere, secondo l’accusa, il rilascio della giovane marocchina nel maggio 2010. Dopo la requisitoria, i giudici dovranno fissare un’altra udienza per dare la parola agli avvocati Ghedini e Longo e poi un’altra ancora per repliche e camera di consiglio. Un’altra sentenza per Berlusconi potrebbe dunque arrivare entro la fine di maggio.
Il magistrato si è difesa davanti al Csm spiegando che sull’affidamento di Ruby dette “indicazioni assolutamente difformi” da quelle riferite dall’allora ministro dell’Interno Maroni. “Se fossi stata zitta – ha aggiunto – avrei prestato acquiescenza a quella ricostruzione”. Un intervento che peraltro avvenne – ha fatto notare – dopo che “per dieci giorni sono stata bombardata: nelle trasmissioni televisive e sui giornali si metteva in discussione il mio operato”. La Fiorillo si è detta “orgogliosa di essere un magistrato”, fino a commuoversi ricordando suo padre, magistrato come lei.