L’ex premier Nawaz Sharif ha rivendicato la vittoria alle elezioni legislative. E potrebbe aver ragione. Secondo i primi risultati resi noti dalle tv locali, la Lega Musulmana di Sharif (PML-N, centro-destra) è in testa rispetto al Movimento per la Giustizia (PTI) dell’ex campione di cricket Imran Khan. Ma il dato elettorale passa quasi in secondo piano rispetto a quanto accaduto oggi in Pakistan, dove le urne sono state sporcate dal sangue. Tanto sangue: quasi 40 morti. La cronaca, tuttavia, fa da sfondo a una giornata che potrebbe segnare un cambiamento della coalizione di governo guidata negli ultimi cinque anni dal Partito del popolo pachistano (Ppp) del presidente Asif Ali Zardari.

L’eccezionalità dell’appuntamento è stata segnata da quella che sembra essere la più consistente affluenza alle urne registrata dal 1977, il 60%. Ed anche dal fatto che il voto ha convalidato la prima transizione democratica nel Paese in 66 anni di indipendenza, oltre la metà dei quali trascorsi sotto regimi dittatoriali. La chiusura dei seggi è stata posticipata di un’ora per permettere a tutti di esprimere il proprio diritto, ed al termine il segretario della Commissione elettorale (Ecp), Ishtiaq Ahmed, ha detto con malcelato orgoglio che “il 99% dei seggi (in tutto quasi 70mila) ha funzionato bene e senza brogli, mentre restano aperte varie questioni per il restante 1%”.

Il responsabile ha comunque ammesso che “a Karachi (teatro di attentati e disordini) non siamo stati capaci di assicurare un normale svolgimento delle votazioni”. Ancora una volta è emersa la drammatica questione della partecipazione femminile, in molte province ampia e libera, ma con gravi ostacoli nel nord-ovest e nelle zone tribali. Il peggio è stato raggiunto nel Waziristan settentrionale dove, per ordine dei talebani, nessuna delle oltre 11mila donne aventi diritto ha potuto varcare la soglia dei seggi. Le prime tendenze elaborate in serata dalle tv pachistane, allorché la (Ecp) non aveva fornito dati, mostravano che dei tre partiti principali del Paese, due – il Movimento per la giustizia (Pti) dell’ex campione di cricket, Imran Khan, ma soprattutto la Lega musulmana pachistana (Pml-N) del due volte ex premier Nawaz Sharif – ottenevano risultati soddisfacenti.

Se lo spoglio ufficiale dovesse confermare questa situazione, si tratterebbe di una importante sconfitta per il Ppp che nella precedente Assemblea aveva 87 seggi, e che ora ne avrebbe conservati meno della metà. Al contrario Nawaz, conosciuto come il ‘Leone del Punjab‘, sarebbe in procinto addirittura di raddoppiare i propri seggi che finora erano 66. Tutta la coalizione di governo sembra uscire penalizzata dal voto perché oltre al Ppp, anche le altre due formazioni politiche coinvolte (Mqm e Anp) sono in caduta libera. Discorso a parte invece per il Pti di Khan, che aveva boicottato le precedenti elezioni per l’Assemblea nazionale, e che si aggiudicherebbe ora varie decine di seggi. Sul piano delle violenze, infine, Karachi ed il Baluchistan hanno fatto la parte del leone nel computo delle vittime, sommando da soli 30 delle 49 vittime registrate oggi.

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