Cantante, pianista, tastierista e compositrice veneta, Petrina è una delle rivelazioni nella scena musicale italiana, fra le artiste più originali e deliziosamente visionarie di questi ultimi tempi. Non a caso è l’unica cantautrice italiana che David Byrne ha selezionato per le sue radio playlist. Artista a tutto tondo, spazia da una solida preparazione di pianista classica e contemporanea, con diverse prime assolute e registrazioni negli Stati Uniti, all’uso dell’elettronica e delle tastiere, alla composizione per diversi tipi di ensemble, all’uso particolare della voce, anche nell’improvvisazione. Il suo secondo album, omonimo (prodotto da Ala Bianca Group), composto da undici brani, è nato da un’idea utopica e molto poco pratica: quella di avere per ogni canzone un suono ideale, che fosse un trio di sassofoni mescolato all’elettronica, o un quartetto di fiati classici mescolato a un quartetto di improvvisazione, o un violino e un violoncello assieme a coperchi sbattuti sulle corde di un pianoforte. Ogni canzone ha un arrangiamento suo specifico, impossibile da fare uguale dal vivo. “La sfida – ci confida l’artista – è stata quella di comporre non solo per il piano, ma per molti altri strumenti. È stato come uscire dal suono del proprio strumento e avere un ascolto stereofonico, captando gli strumenti che dovevano entrare a far parte di ogni brano”.
La prima volta che ho sentito parlare di te dicevano che “potenzialmente sei l’unica donna in Italia che può esser considerata un “Bollani al femminile”? Condividi quest’opinione? E se siete simili, in cosa ritieni che lo siate?
Non la condivido affatto! Stefano Bollani è un grandissimo jazzista, cosa che io non sono per niente! Forse di simile abbiamo l’approccio, senza tabù o falsi pregiudizi, nei confronti dei generi diversi. Purtroppo è un fenomeno molto frequente, soprattutto in Italia: a meno di non parlare di grandi nomi, riconosciuti a livello internazionale, che riuniscono pubblici diversi, è raro incontrare appassionati di jazz a un concerto di indie-rock, o appassionati di classica a un concerto di elettronica, e viceversa… Io trovo, invece, che l’interessante non sia costituito dal genere musicale, ma da come lo si affronta (e ci si allontana da esso): se c’è autenticità, urgenza espressiva, personalità, cose nuove da dire, comunicativa, allora mi coinvolge qualsiasi tipo di musica. Se invece ritrovo forme che già conosco, imitazioni di qualcos’altro, allora perdo interesse, laddove magari la maggior parte del pubblico si sente rassicurata dal riconoscimento di un genere.
Qual è il tuo approccio alla musica?
Mai sazio… Se avessi il tempo andrei non solo a tutti i concerti di musica più sperimentale (contemporanea, jazz o indie-pop-rock), ma anche a tutti gli spettacoli di danza e teatro che vadano nella stessa direzione di ricerca. Queste altre forme d’arte affinano la sensibilità compositiva e il senso della drammaturgia, e sono cibo per l’immaginario e la creatività. Io stessa mi ritrovo a sperimentare con la voce molto di più in questi ambiti che in quelli prettamente musicali, e proprio da intensi lavori coreografici prendono spunti alcuni miei brani, come The Invisible Circus, la seconda traccia del mio nuovo album: il pezzo nasce da un’esperienza coreografica emozionante in Olanda, con Sara Wiktorowicz. Suo è l’accostamento di queste parole al primo sguardo prive di significato, ma che servivano a costituire l’ossatura di un materiale corporeo (e vocale, improvvisativo) molto forte, a guidarne la logica interna. Non venivano pronunciate in scena, ma mi sono tanto rimaste impresse che ne ho voluto fare una canzone.
Ascoltando il tuo disco, molto vario, il primo brano è drum’n’bass, emerge una sperimentazione che però sembra andare nella direzione di un suono “classico”. È così?
Se per classico si intende ciò che è composto per strumenti acustici, si potrebbe dire che il disco ha due anime: una più rock, con chitarre elettriche e synth (Little Fish from the Sky, The Invisible Circus, Princess, Sky-Stripes in August, Denti), e una con più fiati e archi (I fuochi d’artificio, Dog in Space, Lina, la versione orchestrale di Sky-Stripes in August). Ma in generale trovo che la sensazione di ‘classico’ sia molto soggettiva. La mia intenzione è stata quella di restituire a ogni canzone la sonorità che più le si confaceva, a volte anche con grandi contrasti, come in Niente dei ricci, che alterna la soavità di violino e violoncello alla violenza delle percussioni metalliche dentro alle corde del pianoforte, o come in Lina, che mescola una forma canzone arrangiata per tre sassofoni, pianoforte, violoncello e fisarmonica alla pulsazione costante dell’elettronica.
Ritieni che ci siano strade ancora inesplorate nel mondo della musica o tutto è stato disvelato?
Sono molto ottimista al riguardo, perché trovo sempre delle novità musicali che, oltre a darmi un piacere fisico ed estetico, mi smuovono a comporre cose nuove; e questo è segno che hanno fatto breccia e aperto nuovi spiragli, almeno dentro di me.
Che tipo di musica stai ascoltando in questo periodo?
Di tutto. L’ultimo brano che ho ascoltato allo stereo era il Preludio del Tristano e Isotta di Wagner… Invece l’ultimo concerto è stato quello di una band indie-pop di Portland, i Parenthetical Girls, di cui ha fatto parte per un bel po’ Jherek Bischoff che ha orchestrato l’ultima traccia del mio disco. Nella stessa direzione di libertà e originalità sono i Dirty Projectros, poi c’è l’ambito delle donne cantanti-compositrici, che mi affascina moltissimo: fra queste Tune-Yards, una musicista newyorchese con voce da nera, energia e idee da vendere, My Brightest Diamond, Amy X Neuburg, Emily Bezar (con queste ultime due ho avuto l’onore di dividere un palco, a San Francisco), Gaba Kulka (in Polonia) e Amy Kohn, una compositrice davvero geniale, sicuramente la più visionaria di tutte. Resto convinta del fatto che le donne abbiano un potenziale espressivo enorme, e ancora poco manifestato, visto che la musica, per lo meno nella sua matrice profonda (quella compositiva) rimane territorio prevalentemente maschile.
PETRINA TOUR 2013
11 maggio – Cinema di Santorso (VI) in duo con Gianni Bertoncini (voce, piano, batteria, elettronica) per reading letterario
16 maggio – Radio Città del Capo, Bologna, in duo con Mirko Di Cataldo (voce, tastiere, synth, chitarra, basso)
25 maggio – Serra dei Giardini della Biennale, Venezia, in duo con Mirko Di Cataldo (voce, tastiere, synth, chitarra,
01 giugno – Ex Macello, Padova – primo concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
17 luglio – Cortile del Carmine, Lugo (RA), concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
18 luglio – Botanique Festival, Bologna, concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
19 luglio – Giardini Sospesi, Padova, concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
11 agosto – Time in Jazz, Berchidda, concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
12 agosto – Time in Jazz, Berchidda, concerto in solo piano-voce
Pasquale Rinaldis
Giornalista
Musica - 11 Maggio 2013
Petrina, le contaminazioni musicali del nuovo disco
Cantante, pianista, tastierista e compositrice veneta, Petrina è una delle rivelazioni nella scena musicale italiana, fra le artiste più originali e deliziosamente visionarie di questi ultimi tempi. Non a caso è l’unica cantautrice italiana che David Byrne ha selezionato per le sue radio playlist. Artista a tutto tondo, spazia da una solida preparazione di pianista classica e contemporanea, con diverse prime assolute e registrazioni negli Stati Uniti, all’uso dell’elettronica e delle tastiere, alla composizione per diversi tipi di ensemble, all’uso particolare della voce, anche nell’improvvisazione. Il suo secondo album, omonimo (prodotto da Ala Bianca Group), composto da undici brani, è nato da un’idea utopica e molto poco pratica: quella di avere per ogni canzone un suono ideale, che fosse un trio di sassofoni mescolato all’elettronica, o un quartetto di fiati classici mescolato a un quartetto di improvvisazione, o un violino e un violoncello assieme a coperchi sbattuti sulle corde di un pianoforte. Ogni canzone ha un arrangiamento suo specifico, impossibile da fare uguale dal vivo. “La sfida – ci confida l’artista – è stata quella di comporre non solo per il piano, ma per molti altri strumenti. È stato come uscire dal suono del proprio strumento e avere un ascolto stereofonico, captando gli strumenti che dovevano entrare a far parte di ogni brano”.
La prima volta che ho sentito parlare di te dicevano che “potenzialmente sei l’unica donna in Italia che può esser considerata un “Bollani al femminile”? Condividi quest’opinione? E se siete simili, in cosa ritieni che lo siate?
Non la condivido affatto! Stefano Bollani è un grandissimo jazzista, cosa che io non sono per niente! Forse di simile abbiamo l’approccio, senza tabù o falsi pregiudizi, nei confronti dei generi diversi. Purtroppo è un fenomeno molto frequente, soprattutto in Italia: a meno di non parlare di grandi nomi, riconosciuti a livello internazionale, che riuniscono pubblici diversi, è raro incontrare appassionati di jazz a un concerto di indie-rock, o appassionati di classica a un concerto di elettronica, e viceversa… Io trovo, invece, che l’interessante non sia costituito dal genere musicale, ma da come lo si affronta (e ci si allontana da esso): se c’è autenticità, urgenza espressiva, personalità, cose nuove da dire, comunicativa, allora mi coinvolge qualsiasi tipo di musica. Se invece ritrovo forme che già conosco, imitazioni di qualcos’altro, allora perdo interesse, laddove magari la maggior parte del pubblico si sente rassicurata dal riconoscimento di un genere.
Qual è il tuo approccio alla musica?
Mai sazio… Se avessi il tempo andrei non solo a tutti i concerti di musica più sperimentale (contemporanea, jazz o indie-pop-rock), ma anche a tutti gli spettacoli di danza e teatro che vadano nella stessa direzione di ricerca. Queste altre forme d’arte affinano la sensibilità compositiva e il senso della drammaturgia, e sono cibo per l’immaginario e la creatività. Io stessa mi ritrovo a sperimentare con la voce molto di più in questi ambiti che in quelli prettamente musicali, e proprio da intensi lavori coreografici prendono spunti alcuni miei brani, come The Invisible Circus, la seconda traccia del mio nuovo album: il pezzo nasce da un’esperienza coreografica emozionante in Olanda, con Sara Wiktorowicz. Suo è l’accostamento di queste parole al primo sguardo prive di significato, ma che servivano a costituire l’ossatura di un materiale corporeo (e vocale, improvvisativo) molto forte, a guidarne la logica interna. Non venivano pronunciate in scena, ma mi sono tanto rimaste impresse che ne ho voluto fare una canzone.
Ascoltando il tuo disco, molto vario, il primo brano è drum’n’bass, emerge una sperimentazione che però sembra andare nella direzione di un suono “classico”. È così?
Se per classico si intende ciò che è composto per strumenti acustici, si potrebbe dire che il disco ha due anime: una più rock, con chitarre elettriche e synth (Little Fish from the Sky, The Invisible Circus, Princess, Sky-Stripes in August, Denti), e una con più fiati e archi (I fuochi d’artificio, Dog in Space, Lina, la versione orchestrale di Sky-Stripes in August). Ma in generale trovo che la sensazione di ‘classico’ sia molto soggettiva. La mia intenzione è stata quella di restituire a ogni canzone la sonorità che più le si confaceva, a volte anche con grandi contrasti, come in Niente dei ricci, che alterna la soavità di violino e violoncello alla violenza delle percussioni metalliche dentro alle corde del pianoforte, o come in Lina, che mescola una forma canzone arrangiata per tre sassofoni, pianoforte, violoncello e fisarmonica alla pulsazione costante dell’elettronica.
Ritieni che ci siano strade ancora inesplorate nel mondo della musica o tutto è stato disvelato?
Sono molto ottimista al riguardo, perché trovo sempre delle novità musicali che, oltre a darmi un piacere fisico ed estetico, mi smuovono a comporre cose nuove; e questo è segno che hanno fatto breccia e aperto nuovi spiragli, almeno dentro di me.
Che tipo di musica stai ascoltando in questo periodo?
Di tutto. L’ultimo brano che ho ascoltato allo stereo era il Preludio del Tristano e Isotta di Wagner… Invece l’ultimo concerto è stato quello di una band indie-pop di Portland, i Parenthetical Girls, di cui ha fatto parte per un bel po’ Jherek Bischoff che ha orchestrato l’ultima traccia del mio disco. Nella stessa direzione di libertà e originalità sono i Dirty Projectros, poi c’è l’ambito delle donne cantanti-compositrici, che mi affascina moltissimo: fra queste Tune-Yards, una musicista newyorchese con voce da nera, energia e idee da vendere, My Brightest Diamond, Amy X Neuburg, Emily Bezar (con queste ultime due ho avuto l’onore di dividere un palco, a San Francisco), Gaba Kulka (in Polonia) e Amy Kohn, una compositrice davvero geniale, sicuramente la più visionaria di tutte. Resto convinta del fatto che le donne abbiano un potenziale espressivo enorme, e ancora poco manifestato, visto che la musica, per lo meno nella sua matrice profonda (quella compositiva) rimane territorio prevalentemente maschile.
PETRINA TOUR 2013
11 maggio – Cinema di Santorso (VI) in duo con Gianni Bertoncini (voce, piano, batteria, elettronica) per reading letterario
16 maggio – Radio Città del Capo, Bologna, in duo con Mirko Di Cataldo (voce, tastiere, synth, chitarra, basso)
25 maggio – Serra dei Giardini della Biennale, Venezia, in duo con Mirko Di Cataldo (voce, tastiere, synth, chitarra,
01 giugno – Ex Macello, Padova – primo concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
17 luglio – Cortile del Carmine, Lugo (RA), concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
18 luglio – Botanique Festival, Bologna, concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
19 luglio – Giardini Sospesi, Padova, concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
11 agosto – Time in Jazz, Berchidda, concerto di presentazione dell’album Petrina, in quartetto
12 agosto – Time in Jazz, Berchidda, concerto in solo piano-voce
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Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Il rientro di Cecilia Sala in Italia segna uno di quei momenti sempre più rari, eppure necessari, nei quali il senso delle istituzioni e sentimenti comuni di preoccupazione e solidarietà rafforzano la nostra identità nazionale e convivenza civile". Così Francesco Pionati, in un editoriale sulla conclusione della vicenda della giornalista italiana, dove il direttore di Radio1 e Giornale Radio Rai sottolinea come "per una volta, le polemiche sono state sedate, provvidenziale, il silenzio stampa chiesto e ottenuto dalla famiglia. Per una volta tutto ha funzionato come doveva e ogni protagonista della vicenda, dal governo all'opposizione, dalla famiglia alla stampa fino all'intelligence, ha fatto quel che doveva senza sbavature, ispirato probabilmente dalla forza d'animo non comune dimostrata dalla collega arrestata in Iran".
"Certo - prosegue Pionati - riprenderanno presto discussioni e scontri legittimi sui temi caldi dell'attualità politica, ma ancora per un po' festeggiamo una bella giornata per tutti gli italiani segnata non a caso dall'applauso unanime del Senato alla notizia della liberazione. Riassume Pierferdinando Casini: 'Non ho votato e non sostengo questo governo, ma dico brava alla Meloni per il successo che ha ottenuto. L'Italia viene prima delle nostre divisioni'".
Gaza, 9 gen. (Adnkronos) - Funzionari di Hamas a Gaza sostengono che gli attacchi israeliani di oggi hanno ucciso almeno 12 persone, tra cui tre ragazze. Secondo quanto riferito dall'agenzia di protezione civile della Striscia, tre ragazze e il loro padre sono rimasti uccisi quando un attacco aereo ha colpito la loro casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza.
In un altro attacco, otto persone sono state uccise quando la loro casa è stata colpita nella città di Jabalia, nel nord di Gaza. Secondo l'agenzia di difesa civile, diverse altre sono rimaste ferite in quell'attacco.
Roma, 9 gen. (Adnkronos Salute) - Dopo otto anni in azienda come Vaccines Policy & Communication Director, Marina Panfilo entra nel Leadership Team di Msd Italia nel ruolo di Executive Director Policy, Communication & ESG Strategy. Nel corso dei suoi oltre 40 anni di carriera nell’industria farmaceutica multinazionale - si legge in una nota - Panfilo ha egregiamente ricoperto diversi ruoli direttivi a livello nazionale e internazionale, spaziando dal Business Development al Market Access, fino ad arrivare alla funzione Policy & Communication. Proprio di quest’ultima area ha volentieri accettato di prendere la guida, decidendo di ricoprire una posizione delicata e, al tempo stesso, strategica sulla quale Msd ripone da sempre una particolare attenzione, a partire dalla sua presidente e amministratrice delegata, Nicoletta Luppi.
Si tratta di un ruolo centrale che implica non solo la promozione di iniziative politiche a livello europeo, nazionale e regionale, ma che richiede anche la capacità di instaurare e mantenere un dialogo costruttivo con i principali stakeholder del sistema istituzionale e sanitario italiano. Grazie al prezioso lavoro di professioniste e professionisti in ambito policy, comunicazione e Esg, Msd si è distinta negli anni come azienda di valore, ottenendo importanti riconoscimenti quali ad esempio quello di ‘Best in Media Communication’ da parte di di Eikon/Fortune e, più recentemente, quello di ‘Campione di sostenibilità’ da parte di Forbes per il suo impegno nella Csr.
“La leadership di Marina sarà essenziale per garantire che la nostra voce venga ascoltata e rappresentata - commenta Luppi - Sono assolutamente convinta che l'esperienza consolidata e le competenze di Marina nel settore farmaceutico ci permetteranno di avanzare con determinazione verso il nostro obiettivo primario: tutelare e migliorare l'accesso dei Pazienti alle cure e alla medicina preventiva. La sua visione strategica e la sua passione per la materia saranno essenziali nel guidarci attraverso le sfide future”. Aggiunge Panfilo: “Sono orgogliosa di continuare a far parte della ‘famiglia Msd’ alla quale sono particolarmente affezionata e della quale faccio parte dal 2017. Msd è un’azienda che porta innovazione nella scienza per la salute delle persone, nella cultura aziendale, nella comunicazione, nelle strategie imprenditoriali e investe nella Ricerca & Sviluppo più di qualunque altra azienda del settore. Ma, a fare la differenza e a essere motivo di orgoglio è soprattutto una cultura che mette al centro il suo capitale umano e un grande impegno nel promuovere fattivamente i valori della diversità, dell’equità e dell’inclusione in cui da sempre crede. A rendere unica Msd - conclude - è il valore che genera per la società e l’economia italiana, nonché l’attenzione verso i dipendenti e le loro famiglie e io sono onorata di farne parte”.
Roma, 9 gen. (Adnkronos Salute) - Dopo otto anni in azienda come Vaccines Policy & Communication Director, Marina Panfilo entra nel Leadership Team di Msd Italia nel ruolo di Executive Director Policy, Communication & ESG Strategy. Nel corso dei suoi oltre 40 anni di carriera nell’industria farmaceutica multinazionale - si legge in una nota - Panfilo ha egregiamente ricoperto diversi ruoli direttivi a livello nazionale e internazionale, spaziando dal Business Development al Market Access, fino ad arrivare alla funzione Policy & Communication. Proprio di quest’ultima area ha volentieri accettato di prendere la guida, decidendo di ricoprire una posizione delicata e, al tempo stesso, strategica sulla quale Msd ripone da sempre una particolare attenzione, a partire dalla sua presidente e amministratrice delegata, Nicoletta Luppi.
Si tratta di un ruolo centrale che implica non solo la promozione di iniziative politiche a livello europeo, nazionale e regionale, ma che richiede anche la capacità di instaurare e mantenere un dialogo costruttivo con i principali stakeholder del sistema istituzionale e sanitario italiano. Grazie al prezioso lavoro di professioniste e professionisti in ambito policy, comunicazione e Esg, Msd si è distinta negli anni come azienda di valore, ottenendo importanti riconoscimenti quali ad esempio quello di ‘Best in Media Communication’ da parte di di Eikon/Fortune e, più recentemente, quello di ‘Campione di sostenibilità’ da parte di Forbes per il suo impegno nella Csr.
“La leadership di Marina sarà essenziale per garantire che la nostra voce venga ascoltata e rappresentata - commenta Luppi - Sono assolutamente convinta che l'esperienza consolidata e le competenze di Marina nel settore farmaceutico ci permetteranno di avanzare con determinazione verso il nostro obiettivo primario: tutelare e migliorare l'accesso dei Pazienti alle cure e alla medicina preventiva. La sua visione strategica e la sua passione per la materia saranno essenziali nel guidarci attraverso le sfide future”. Aggiunge Panfilo: “Sono orgogliosa di continuare a far parte della ‘famiglia Msd’ alla quale sono particolarmente affezionata e della quale faccio parte dal 2017. Msd è un’azienda che porta innovazione nella scienza per la salute delle persone, nella cultura aziendale, nella comunicazione, nelle strategie imprenditoriali e investe nella Ricerca & Sviluppo più di qualunque altra azienda del settore. Ma, a fare la differenza e a essere motivo di orgoglio è soprattutto una cultura che mette al centro il suo capitale umano e un grande impegno nel promuovere fattivamente i valori della diversità, dell’equità e dell’inclusione in cui da sempre crede. A rendere unica Msd - conclude - è il valore che genera per la società e l’economia italiana, nonché l’attenzione verso i dipendenti e le loro famiglie e io sono onorata di farne parte”.
Damasco, 9 gen. (Adnkronos/Afp) - Gli scontri tra gruppi sostenuti dalla Turchia e le forze guidate dai curdi hanno causato la morte di 37 persone nella regione settentrionale di Manbij, in Siria. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, che ha parlato di "feroci battaglie, nelle ultime ore, nella zona di Manbij, tra le Forze democratiche siriane (guidate dai curdi) e le fazioni dell'Esercito nazionale (sostenute dalla Turchia), che combattono con copertura aerea turca". L'osservatorio ha affermato che gli attacchi "hanno ucciso 37 persone in un bilancio preliminare", per lo più combattenti sostenuti dalla Turchia.
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Europa e Usa sono due facce della stessa medaglia, l’Occidente. Hanno comuni interessi e devono avere comuni obiettivi se non vogliamo indebolirci: lavoreremo bene con l’amministrazione Trump. Europa e America devono rimanere alleate: è il nostro destino, è la nostra forza". Così, in un'intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, riferendosi alle ingerenze di Musk nelle politiche interne dei Paesi europei. "A oggi Musk - sottolinea - è un privato cittadino e un grandissimo imprenditore, quando sarà al governo è ovvio che dovrà misurare le sue dichiarazioni".
"Poi, per quanto riguarda il sistema di comunicazioni satellitari della sua azienda - aggiunge Tajani - è un altro discorso, una scelta tecnologica che deve fare lo Stato italiano. Io non ho preclusioni a prescindere, una cosa è Musk, altra la sua azienda. Se è in grado di fornire i migliori servizi, perché dire no a priori? Vedremo, ci saranno valutazioni, si sceglierà il meglio per garantire i servizi necessari alle nostre amministrazioni".
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Sono stati giorni difficili, abbiamo lavorato di continuo, li abbiamo trascorsi dedicando al caso ogni sforzo. Oggi possiamo dire che c’è stato un lavoro di squadra fra governo, intelligence, diplomazia e anche con la famiglia che è stata bravissima a gestire la situazione e il silenzio stampa. E c’è stato un intervento diretto della premier, che ha partecipato a tutte le riunioni. Poi la situazione si è sbloccata per davvero l’ultima notte. La discrezione, il lavoro incessante portano risultati". Lo ha detto al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando del ritorno in Italia, dopo la detenzione in Iran, di Cecilia Sala, spiegando che gli stessi sforzi, "massimi", riguardano "ogni cittadino italiano. E se è possibile anche i risultati, come in Iran si vide nel caso Piperno. La Farnesina si impegna per ogni italiano all’estero in difficoltà, questo era un caso particolarmente delicato".
"Conosco il papà di Cecilia, è chiaro che ho condiviso la sua preoccupazione di padre, ma ripeto: per noi tutti gli italiani che hanno bisogno di aiuto sono uguali - prosegue il vice premier - C’è stato un dialogo continuo, e ripeto, la nostra intelligence, la diplomazia, il governo hanno fatto il massimo. Essere un Paese come il nostro che ha rapporti con tutti i Paesi dell’area del Medio Oriente, anche con quelli di cui non condivide politiche e azioni, rende possibile agire con efficacia anche di fronte a grandi difficoltà. Non a caso noi abbiamo tenuto aperti i rapporti politici con l’Iran, abbiamo tenuto aperta l’ambasciata in Siria, dove andrò domani dopo che si sarà riunito il Quintetto. Ribadirò alle nuove autorità siriane l’importanza di un processo politico inclusivo che garantisca le libertà fondamentali di tutti i siriani e riconosca e valorizzi il ruolo dei cristiani come cittadini con pienezza di diritti, e annuncerò anche il primo pacchetto di aiuti per la cooperazione".
Quanto a un eventuale promessa di "scambio" per la liberazione dell’ingegnere iraniano Abedini, Tajani ribadisce che "sono due cose separate, lo hanno spiegato anche le autorità iraniane. Il caso Abedini è trattato dalle autorità giudiziarie italiane, vedremo cosa succederà. Poi, eventualmente, sarà di competenza del ministro della Giustizia. Cecilia Sala era invece una cittadina italiana accusata di aver violato le leggi locali, e su quello abbiamo lavorato. Abbiamo visto un’opposizione responsabile. Ovviamente abbiamo tenuto aperti canali di informazione, e il sottosegretario Mantovano ha riferito al Copasir. Ma sì, ciascuno ha fatto la propria parte".
Riguardo l'influenza sulla liberazione della Sala della visita lampo della premier Giorgia Meloni da Trump, il 4 gennaio, Tajani dichiara che "ha avuto un effetto politico che è stato affiancato dal lavoro politico, generale, costruito per far capire che l’Italia parlava con gli Stati Uniti, ma non c’è stata una conseguenza diretta sulla liberazione di Sala. È possibile che l’accelerazione per la liberazione della giornalista sia anche avvenuta in questi giorni prima dell’insediamento ufficiale di Trump, che la tempistica sia stata favorevole. Quella era una missione della premier. Io andrò negli Usa quando la nuova amministrazione si sarà insediata, incontrerò il mio omologo Rubio, lavorerò ai miei dossier. Se sarò al giuramento di Trump? Quella è una cosa interna americana, non di governo. Ci sarà tempo, tratteremo tutti i dossier aperti a tempo debito a partire da quello sui dazi".