Francesco La Motta, ex vicecapo dell’Aisi, il servizio segreto civile, è accusato di corruzione e peculato. L'inchiesta riguarda i 10 milioni di euro del Ministero dell’Interno gestito dal Fondo per gli edifici di Culto, di cui è stato direttore dal 2003 al 2006
Un prefetto in pensione indagato per avere investito in una finanziaria svizzera dieci milioni di euro spariti dalla casse del Viminale. Si tratta del filone di una inchiesta della procura di Roma nella quale è coivolto Francesco La Motta, ex vicecapo dell’Aisi, il servizio segreto civile. La vicenda, di cui scrive oggi il Corriere della sera, riguarda il denaro del Ministero dell’Interno gestito dal Fondo per gli edifici di Culto, di cui La Motta è stato direttore dal 2003 al 2006.
Gli accertamenti sono partiti da una inchiesta della procura di Napoli sul riciclaggio e sugli affari del clan Polverino (a La Motta si contestava di aver favorito i camorristi). Dalle indagini sarebbero emersi elementi relativi ai soldi sottratti dal prefetto, per questo gli atti sono stati trasferiti a Roma e collegati alla denuncia sull’ammanco presentata tempo fa dai responsabili del Fondo per gli edifici di culto. La Motta, che è accusato di corruzione e peculato, avrebbe trasferito i dieci milioni di euro in Svizzera.
Una iniziativa di cui, stando alle verifiche del Ros dei Carabinieri, il ministero sarebbe stato al corrente. Nei giorni scorsi, gli investigatori hanno perquisito su disposizione del pm Paolo Ielo l’abitazione e l’ufficio dell’Aisi dove il prefetto – in pensione – continua ad avere un incarico di consulenza. Gli inquirenti hanno già inviato una richiesta di rogatoria alla Svizzera. Di La Motta, gentiluomo di sua Santità, la procura napoletana si era occupata all’epoca delle indagini sulla P4 per i presunti contatti con Luigi Bisignani, esclusi poi dagli stessi magistrati.