Francesco Niro, a seguito dell'aggressione a picconate di Adam Kabobo, ha riportato un trauma cranico facciale e diverse fratture, ma ha lasciato l'ospedale. Daniele Carella, 20 anni, è ancora in condizioni gravi. Proteste dei cittadini contro Borghezio, giunto sul posto
Francesco Niro, una delle quattro persone aggredite di Adam Kabobo, è stato dimesso dall’ospedale Niguarda di Milano. Niro, 50 anni, era stato ricoverato al Pronto soccorso dell’ospedale con un trauma cranico facciale e diverse fratture dovute ai colpi di piccone ricevuti. Restano invece sempre molto gravi le condizioni di Daniele Carella, il giovane di 20 anni colpito al cranio, sottoposto ieri ad un lungo e delicato intervento chirurgico. La prognosi rimane riservata.
Nel quartiere Niguarda, intanto, i cittadini chiedono più sicurezza e maggiore attenzione dal parte dell’amministrazione comunale, ma nessuno vuole la “crociata” contro l’extracomunitario. Anche per questo in mattinata si sono verificati momenti di tensione nei confronti di alcuni esponenti della Lega Nord, contestati da un gruppo di cittadini. E’ accaduto intorno alle 11, quando in piazza c’erano alcuni esponenti del Carroccio, tra cui l’europarlamentare Mario Borghezio e Max Bastoni, per una raccolta di firme contro l’ipotesi di facilitare la cittadinanza agli immigrati. Una decina di persone hanno inveito contro di loro, ma l’intervento della polizia ha riportato la calma. Borghezio gridava ai contestatori di essere “comunisti di merda” e “peggio dei clandestini“. I cittadini lo accusavano invece di “avere rovinato l’Italia“, di non sapere niente del quartiere e di quello che “hanno ammazzato” a cui Borghezio “avrebbe sputato in faccia”. E gli chiedevano di restituire la barca e i diamanti, riferendosi alle vicende che hanno coinvolto Riccardo Bossi e l’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito.
Sul posto, però, rimangono diversi capannelli di persone, che discutono animatamente sia dei terribili fatti di ieri sia del presidio leghista. Su uno striscione i militanti padani avevano scritto “La cittadinanza agli immigrati porta all’invasione del Paese”. Tra i presenti anche Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale e alcuni consiglieri comunali e provinciali.