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Francia, una tassa su smartphone e tablet per finanziare la cultura

L'idea viene da un rapporto da sottoporre poi all'attenzione del presidente della Repubblica e del governo. François Hollande riceverà Pierre Lescure, giornalista, ma anche manager rispettato del settore culturale, già fondatore di Canal Plus e direttore del Théatre Marigny, che gli consegnerà un rapporto elaborato da un gruppo di esperti

La Francia vuole continuare a sovvenzionare la cultura. Aiutare il suo cinema, la sua musica, le sue case editrici mediante fondi pubblici, con una generosità che in certi casi la piazza al primo posto a livello mondiale. Ebbene, per farlo si appresta a battere cassa da Apple, Samsung e compagnia. In che modo? Con una tassa sull’acquisto di smartphone e tablet.

L’idea viene da un rapporto, di quelli che piacciono tanto ai francesi, che, ogni volta che devono legiferare, nominano prima un gruppo di esperti per studiare i possibili interventi, da sottoporre poi all’attenzione del presidente della Repubblica e del governo. Proprio François Hollande in persona riceverà Pierre Lescure, giornalista, ma anche manager rispettato del settore culturale, già fondatore di Canal Plus e da cinque anni direttore del Théatre Marigny, che gli consegnerà un rapporto elaborato da un gruppo di esperti a partire dal settembre scorso.

Il “malloppo” (ben 75 proposte) contiene le misure possibili su come mantenere l’”eccezione culturale” francese. In quel modo a Parigi definiscono l’idea della difesa della cultura nazionale rispetto agli altri Paesi, con la consapevolezza che i prodotti del “comparto” non sono merci come le altre e hanno bisogno di un trattamento diverso, anche di misure ad hoc (se necessario, protezionistiche) e di sovvenzioni pubbliche, per sopravvivere nella giungla della globalizzazione. I francesi iniziarono a parlare di “eccezione culturale” nel lontano 1993, quando si negoziava l’. E’ l’idea per cui la Francia sostiene con una politica molto attiva la sua cultura. Quella politica, però, va adattata ai tempi di Internet. Ed è il problema che Lescure e i suoi dovevano cercare di risolvere.

Come indicato da Le Figaro, proprio Lescure avrebbe sottolineato che “molti francesi esitano a comprare legalmente un Cd musicale a 9,9 euro mentre sono pronti a spendere da 300 a 800 euro per iPad o smartphone”. Detto, fatto: nel rapporto consegnato a Hollande si consiglia il Governo di varare una nuova imposta su quel tipo di prodotti tecnologici. Bisognerà aspettare poi una proposta di legge concreta e il voto del Parlamento. Ma ci sarebbe già il consenso della maggioranza su questa idea. Altra novità importante del rapporto Lescure: rivedere tutto il sistema repressivo messo su nell’era di Sarkozy per combattere il downloading illegale di musica e video. Attualmente in Francia si può arrivare a interrompere l’accesso a Internet dell’internauta beccato sul fatto e a una multa che può toccare, nel caso in cui l’utente ritorni a scaricare illegalmente dopo una prima volta, i 1.500 euro. Questa ammenda, secondo il rapporto Lescure, dovrebbe essere ridotta a 60 euro. E si propone anche lo smantellamento dell’Hadopi, un organismo ad hoc, creato ai tempi di Sarkozy, che doveva fare da guardiano, scovare i pirati e denunciarli all’autorità giudiziaria. L’Hadopi si è rivelato molto costoso e poco efficace. Secondo Lescure la lotta contro il downloading illegale deve essere (oltre che ridimensionata) trasferita al Csa, un altro organismo pubblico, già esistente, che si occupa già dell’audiovisivo in generale. Infine, il rapporto propone pure di diffondere più rapidamente di oggi (dopo l’uscita nelle sale cinematografiche) i nuovi film nel circuito dei dvd e dei video on demand. Ancora per limitare al massimo il dilagare della pirateria.