La società del presidente Pozzo ha acquisito per 99 anni la concessione dei terreni su cui sorge il vecchio 'Friuli', che sarò ristrutturato e diventerà un impianto modello con appena 25 milioni di euro (il prezzo di un calciatore di alto livello). Qui la legge sugli stadi non serve
L’Udinese sulle orme della Juventus. Iniziano questa settimana i lavori di ristrutturazione dello stadio Friuli di Udine. Che diventerà il secondo impianto di proprietà della nostra Serie A. Grazie ad un protocollo firmato con il Comune lo scorso marzo, l’Udinese calcio ha infatti ottenuto il diritto di superficie sull’area dello stadio per i prossimi 99 anni. Una concessione che equivale in tutto e per tutto alla proprietà, se pur a termine (anche al catasto il club figurerà come titolare dello stabile). Per ottenerla, è servita un’offerta di 4,5 milioni di euro (pagabili in 99 rate annuali), più 21 milioni di obbligo in opere di ristrutturazione. Un investimento interamente a carico della società, finanziato per l’80% dell’importo con un mutuo di 15 anni erogato dal Credito Sportivo.
Il costo complessivo dell’opera sarà quindi di 25-30 milioni di euro. All’incirca il prezzo di un grande giocatore. Ma i dirigenti dell’Udinese hanno deciso di investire questi soldi non nel prossimo calciomercato ma nella costruzione di uno stadio di proprietà, convinti che possa fare la differenza molto più di un campione qualsiasi. “Noi ci crediamo davvero, a partire dal presidente Pozzo che è stato il più convinto sostenitore del progetto”, spiega a ilfattoquotidiano.it Alberto Rigotto, direttore amministrativo dell’Udinese. “Basandoci sulle statistiche europee, ci aspettiamo un aumento generalizzato degli introiti. L’obiettivo minimo è rientrare dell’investimento. Ma la nostra operazione parte da un principio di fondo: dare una casa alla nostra squadra e al nostro pubblico. E questa esigenza viene prima di discorsi di carattere economico. Anche perché uno stadio tutto tuo può farti fare il salto di qualità anche dal punto di vista sportivo”.
Con l’inizio dei lavori l’Udinese si proietta nel futuro. E indica anche una possibile soluzione per il problema degli stadi, che continua a rappresentare un rebus insolubile per il calcio italiano: “Il modello Udinese potrebbe essere facilmente replicato”, afferma Rigotto. “Per avere un nuovo stadio basta un buon rapporto con l’amministrazione locale, una società con i conti in ordine e dei dirigenti capaci. Non servono investimenti folli”. E, a quanto pare, neppure una legge che spalanchi le porte agli speculatori: “Quella proposta era pasticciata e troppo legata ad interessi specifici. Ben venga una legge sugli stadi, ma con la normativa vigente è assolutamente possibile ristrutturare gli impianti”, conferma il direttore amministrativo dell’Udinese. “I presidenti devono capire che non c’è bisogno di speculare: uno stadio moderno e accogliente porta da sé degli introiti. Più spettatori, più pubblicità, più iniziative: è un circolo virtuoso. E noi speriamo di riceverne presto i benefici”.
Il nuovo Friuli sarà in bilico tra tradizione e modernità: la struttura conserverà il caratteristico arco di copertura, da sempre cifra architettonica distintiva dell’impianto. Ma sarà anche dotato di tutti i comfort tecnologici: postazioni Skybox, free wi-fi zone, copertura completa dei posti a sedere, terreno riscaldato. La capienza verrà ridotta dagli attuali 40mila a 25mila posti, per creare un’atmosfera raccolta, e il campo sarà portato a ridosso delle tribune. Mentre nel prossimo futuro, con un investimento successivo di altri 15 milioni di euro, verranno attrezzate anche le superfici superiore e inferiore al livello del terreno da gioco, in modo da far vivere l’impianto tutta la settimana e ampliare il fatturato della società. “Ma sempre con strutture legate all’idea di sport, coerenti con lo stadio”, precisa Rigotto. Si pensa ad una clinica riabilitativa, palestre e zone di ristoro. Ma questo avverrà in seguito.
Adesso cominciano i lavori che dureranno circa 16 mesi. In estate si provvederà allo spostamento del campo da gioco, all’adeguamento degli spogliatoi e alla ristrutturazione della Tribuna Ovest, pronti per l’inizio della prossima stagione. Poi, parallelamente al campionato, ci sarà la demolizione e la ricostruzione degli altri distinti, che limiterà per il 2013/2014 la fruizione dell’impianto alla sola Tribuna Ovest. Se tutto andrà come previsto, il nuovo Friuli sarà pronto per settembre 2014. Allora l’Udinese sarà la seconda squadra italiana ad avere uno stadio di proprietà. E potrà cominciare a pensare davvero in grande.