Cronaca

Tav, attacco al cantiere: la procura di Torino ipotizza il tentato omicidio

Dopo le bombe carta e le molotov gli inquirenti valutano il salto di qualità degli aggressori. Minacce agli operai. I sindacati: "Atti di terrorismo" e il sindaco di Chiomonte, Renzo Pinard: "Stanno avanzando frange estremiste politicizzate e siamo preoccupatissimi”. Il M5S presenta ddl per abrogare il trattato Italia Francia

Sale la tensione in Val di Susa. L’attacco al cantiere Tav, però questa volta, sembra avere connotazioni diverse. Bombe carta, molotov e un mortaio artigianale contro il cantiere della linea Torino-Lione che fa ipotizzare alla Procura di Torino il reato di tentato omicidio. Gli inquirenti hanno individuato nell’attacco un salto di qualità a Chiomonte. I ministri Lupi e Alfano hanno, per questo, invocato una task force. Il fascicolo per ora è aperto contro ignoti. Il Movimento 5 Stelle ha presentato un ddl per abrogare il trattato Italia Francia.

Il sindaco di Chiomonte: “Sta cambiando la strategia e siamo preoccupatissimi”. A Palazzo di Giustizia il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi, ha incontrato i magistrati che si occupano delle indagini per fare il punto della situazione. I pubblici ministeri procedono anche per danneggiamento, porto di materiale esplodente e altri reati satellite. E i timori di una escalation non appartengono solo a invetsigatori e membri di governo: “Sta cambiando la strategia. Stanno avanzando frange estremiste politicizzate e siamo preoccupatissimi” dice il sindaco di Chiomonte, Renzo Pinard, ai microfoni del Tgcom24. Il primo cittadino è stato più volte oggetto di minacce e di atti vandalici per le sue posizioni a favore della Torino-Lione. “Se il mio Stato dice che questa è un’opera necessaria – aggiunge – io posso discutere su come realizzarla, ma pensare che l’opera possa diventare momento di sfogo e scontro politico per personaggi che giustificano la loro campagna elettorale, mi trova in disaccordo. Strumentalizzazione? Questo è chiaro”. 

Minacce ai lavoratori del canetiere, i sindacati: “Atti di terrorismo”. Nel mirino però non c’è solo il cantiere e la politica, ora ci sono anche i lavoratori. Gli operai che lavorano al cantiere Tav di Chiomonte hanno compiuto una “scelta egoista” che li “mette fuori dalla comunità” e “li condanna a una difficile convivenza con il territorio” si legge in un post, comparso su uno dei blog di riferimento dei No Tav, che è all’esame della Digos nel quadro degli accertamenti sui fatti della Valsusa. Gli investigatori ritengono il ost significativo rispetto ai nuovi obiettivi della frangia oltranzista del movimento No Tav. “Le minacce ai lavoratori impegnati nei cantieri della Tav in Piemonte sono ignobili, sono veri atti di terrorismo e dimostrano come la tensione sociale in quel territorio sia altissima” dice Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl. “I frequenti attentati nei cantieri – aggiunge – e le minacce ai lavoratori, spesso sfociate in attacchi fisici, meritano una pronta risposta delle autorità. Si tratta di episodi da non sottovalutare e da condannare fermamente, senza se e senza ma. La Filca, che ha sempre sottolineato la necessità di un maggiore coinvolgimento delle comunità interessate dai lavori delle grandi opere, e il rispetto dell’ambiente, intende difendere con forza il diritto al lavoro, sancito dalla Costituzione, e manifesta tutta la solidarietà e la vicinanza ai lavoratori impegnati nei cantieri della Tav”. Intanto, sono proseguiti in modo regolare i lavori e non si sono registrati altri episodi di violenza. Questa mattina a Bussoleno dove era previsto un incontro poi annullato con i tecnici di Ltf, che avrebbero dovuto illustrare ai residenti il progetto della Tav, una decina di attivisti No Tav stanno dando vita a un presidio pacifico.

Il M5S presenta ddl per abrogare il trattato Italia Francia. “Oggi ribadiamo con forza e sempre più convinti come non vi è alcuna ragione per proseguire con il progetto, oramai obsoleto, ma vi è anzi l’urgenza immediata di annullare l’Accordo per salvaguardare le nostre finanze, le finanze francesi e le finanze comunitarie, in presenza di spese che inspiegabilmente continuano a generarsi sia in territorio italiano che in territorio transalpino in relazione a determinati lavori”, scrive il senatore del M5S, Marco Scibona, che è anche attivista No-Tav e primo firmatario del ddl. “Occorre, dunque, considerare che, nella ipotesi più generosa, le condizioni che avevano determinato i due paesi ad accordarsi nel 2001 sono venute interamente meno, e ciò già da numerosi anni. Ed inoltre, la mancanza di prognosi di saturazione della linea esistente comporta la scomparsa della condizione giuridica essenziale per la sopravvivenza dell’Accordo, come si evince dalla stessa intenzione dei legislatori dell’epoca”.