Com’è l’Italia vista dai bambini? A rispondere a questa domanda lunedì ci hanno pensato i miei alunni che hanno partecipato alla trasmissione “Storie vere” in onda su Rai Uno ogni mattina. Per una volta dei ragazzini non sono entrati in uno studio televisivo per ballare, cantare o raccontare barzellette ma alla pari dei grandi, per dire la loro sul Paese dove vanno a scuola, dove giocano, dove crescono.

E chi pensa che i bambini, debbano solo giocare, è stato smentito dalle parole di Mattia, Giovanni, Stefano e Nada che, intervistati da Georgia Luzi e Savino Zaba, hanno raccontato il loro Paese. Mattia ha spiegato: “Renzi è uno dei miei politici preferiti perché ogni giorno cerca di creare una nuova idea per restituire il debito agli italiani, cioè i soldi da restituire. Renzi ha uno stile nuovo, gli altri politici potrebbero fare dei ragionamenti più innovativi; Renzi ha una scelta più giovane e la giovinezza porta a essere più creativi. Io ho un’idea, ho creato un partito: R.I.A., Rivoluzione Italia Adesso, cioè abolire la crisi adesso. Non ci saranno più debiti e gli italiani saranno più felici. La protesta vuol dire che se non ti va bene qualcosa protesti, a me non va bene la crisi quindi protesto. I politici oggi decidono di attuare una legge ma non pensano alle conseguenze dei cittadini”. Così Giovanni che della criminalità organizzata ha detto che “è molto difficile da battere e forse, dopo averci riflettuto molto, ho scoperto che sconfiggerla è difficile”. Stefano ha affrontato il tema dello sport chiarendo una cosa: “I tifosi non devono fare cori razzisti, ma anche i giocatori non devono rispondere. I tifosi violenti vanno individuati e puniti”.

Fotografie di un’Italia vista da cittadini che vanno a scuola. Frasi sulle quali anziché sorridere, come spesso si fa quando un bambino parla di “cose da grandi”, bisognerebbe riflettere per capire che idea stiamo dando a chi domani sarà il nostro medico, il nostro avvocato, vigile o sindaco. I bambini vanno presi sul serio, a loro va data la possibilità di esprimersi, magari anche in un programma televisivo o in un quotidiano.

Lo sanno bene i miei ragazzi, che grazie anche ai lettori di questo blog del Fatto Quotidiano, sono potuti andare a Roma ad incontrare Agnese Moro e Giovanni Ricci, il figlio dell’autista di Moro, in via Fani dove è avvenuto un vero e proprio passaggio del testimone tra due generazioni.  

 

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Spagna, alunni e docenti in piazza contro la riforma della scuola pubblica

next
Articolo Successivo

Non bastano i Babilonesi per essere un bravo maestro

next