Che usare la bicicletta faccia bene alla salute lo sapevamo già, che faccia bene all’ambiente, pure, oggi scopriamo, grazie ad uno studio realizzato dalla città di New York che la bicicletta fa bene all’economia. +49% in termini di vendite al dettaglio è il prevedibile  risultato realizzato dai commercianti situati lungo le strade dove sono stati effettuati importanti interventi di sviluppo della rete ciclabile nella grande mela.

© Momentum Magazine

Per capire che la bicicletta è amica del commercio, in fondo non servono studi, ma solo un po’ di capacità di astrazione. Provate a immaginare: siete in bicicletta e pedalate sicuri, senza dover prestare troppa attenzione a portiere spalancate all’improvviso, senza auto parcheggiate in doppia fila che vi costringono a slalom spericolati, senza il rischio di qualche sprovveduto conducente che decide di tagliarvi la strada per svoltare a destra senza guardare dallo specchietto…  state pedalando serenamente, dicevamo, al vostro ritmo, senza sudare, a una velocità di 15-18 km/h e vi accorgete che il vostro negozio di (per esempio) teiere  preferito ha esposto il cartello “saldi”. La vostra reazione è immediata: vi spostate a destra, frenate, tornate indietro di qualche metro e vi fermate a guardare la vetrina dove scoprite che il modello che desiderate da sempre è scontato del 50%. Ci pensate su mentre vi guardate intorno e cercate una rastrelliera/palo per legare la vostra bici e in men che non si dica state per entrare nel negozio per toccare con mano l’oggetto del vostro desiderio.

Continuiamo con l’immaginazione e cambiamo scenario: siete in macchina, il traffico è fluido (stiamo immaginando, no? e allora immaginiamo!), poiché siete rispettosi dei limiti, state viaggiando ad una velocità di 50 km/h e guardate dritti di fronte a voi, a questo punto possono succedere due cose:

ipotesi 1: siete talmente concentrati sulla guida che vi dimenticate che state passando davanti al vostro negozio preferito e quindi non vi accorgete che sono iniziati dei saldi fuori stagione. (risultato, il negozio ha perso un potenziale cliente)

ipotesi 2: siete concentrati sulla guida, ma vi ricordate che lì c’è il vostro negozio preferito e lanciate un’occhiata veloce, sufficiente per intravedere il cartello con scritto SALDI e reagite immediatamente. Freccia a destra, uno sguardo agli specchietti retrovisori e accostate un attimo per valutare se c’è un posto dove lasciare l’auto. Prevedibilmente tutti i posti auto di fronte al negozio sono già occupati e fate mente locale per cercare di individuare un parcheggio nella zona. Procedete a passo d’uomo per qualche centinaio di metri alla ricerca di un parcheggio, ma niente, tutto pieno, allora iniziate a fare il giro dell’isolato, ma anche lì, di parcheggi liberi, neanche l’ombra. A questo punto dovete decidere se vale la pena continuare a insistere per trovare un posto per lasciare l’auto solamente per dare un’occhiata alla vetrina, oppure lasciare perdere e rimandare l’acquisto a un altro momento. Ecco la scrematura: solo gli automobilisti più ostinati potranno trasformarsi in reali clienti per il negozio che vende teiere, gli altri effettueranno l’acquisto in un centro commerciale dove potranno godere di tutti i posti auto di cui abbisognano oppure online.

Chiaro? Certo, si potrà a questo punto obiettare che chi si muove in bici compra meno in termini quantitativi rispetto  a chi si sposta in auto a causa della propria ridotta capacità di carico, ma anche qui si possono nutrire delle lecite perplessità:  secondo un’indagine condotta sulla città di Portland nell’Oregon (USA), ciclisti e pedoni spendono mediamente più soldi nei negozi di quartiere (soprattutto in bar e ristoranti) di automobilisti e utenti del trasporto pubblico. Il motivo anche in questo caso è facilmente intuibile: a parità di salario chi rinuncia all’automobile ha più soldi a disposizione nel proprio portafogli che può spendere a proprio piacimento in giro per i quartieri dove si muove abitualmente, oppure, come suggerisce un’ipotesi che circola in rete, chi acquista piccoli quantitativi con maggiore frequenza viene più spesso “indotto in tentazione”.

Se non credete a questi studi, provate a fare un esperimento: fatevi un giro un giorno qualsiasi in una strada ciclopedonalizzata di una città a vostro piacimento e contate il numero di clienti in un dato negozio, poi spostatevi in una strada adiacente aperta al traffico e, trovato un negozio della stessa categoria merceologica, eseguite la stessa operazione: il risultato vi stupirà.

N.B. Se siete dei negozianti e state leggendo questo mio post forse è arrivato il momento di chiedere al vostro comune di aiutarvi  a combattere la crisi e la concorrenza sempre più agguerrita della grande distribuzione organizzata.

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