Massimo della richiesta per la bomba che uccise Melissa Bassi nel maggio 2012. Il procuratore capo della Dda di Lecce: "Era certo della presenza delle ragazze davanti alla scuola". Il collega Cataldi: "Ha realizzato il suo sogno: Ha pigiato ed è stato lì a godersi lo spettacolo"
Ergastolo. E’ la pena richiesta dal procuratore capo della Dda di Lecce, Cataldo Motta, per Giovanni Vantaggiato, sotto processo davanti alla Corte d’assise di Brindisi perché autore reo confesso della strage davanti la scuola Morvillo Falcone, il 19 maggio del 2012, nella quale è morta Melissa Bassi. Il magistrato ha anche chiesto che sia applicato l’isolamento diurno per tre anni. Vantaggiato, per la Procura, collocò dasolo la bomba dinanzi alla scuola e voleva solo uccidere, non importava chi fosse la vittima, ha spiegato il pm Guglielmo Cataldi durante la requisitoria. “Sulla base del principio delle leve – ha spiegato – si può dire che all’interno di un cassonetto con le ruote, dando una buona inclinazione, il peso di quel trasporto era sostenibile da una sola persona”. Sono almeno quattro, ha aggiunto Motta, gli elementi che inducono a ritenere certa la volontà di uccidere. “Uno è l’orario: una bomba che viene collocata la notte e viene fatta esplodere la mattina dopo, esponendosi al rischio di essere individuato, controllato, non solo quando ha portato l’ordigno ma anche quando lo ha fatto esplodere. In secondo luogo, il dato secondo il quale egli era ben certo della presenza delle ragazze e quindi la volontà di uccidere. E’ un dato oggettivo perché le ragazze erano lì davanti: vedeva bene chi fosse davanti al bidone. Vantaggiato, poi – ha aggiunto il procuratore – ha più volte riconosciuto che tutto era andato come doveva andare. Il gip ha fatto delle domande specifiche e approfondite quando gli ha chiesto cosa volesse realizzare. E lui ha risposto ‘quello che è successo’, uccidere e ferire. In quarto luogo, il fatto che avesse predisposto un altro attentato”.
Poi Cataldi ha ripercorso le fasi drammatiche dell’attentato. “All’1.27 iniziano i lavori di collocazione della bomba” ha raccontato, riferendosi alla notte tra il 18 e il 19 maggio 2012. “Quando la Twingo con a bordo due testimoni passa, c’era Vantaggiato. All’1.34 si nota un uomo che passa davanti ai giardinetti, si trattiene 20 secondi. Al mattino successivo, quella fresca giornata di maggio quando apre la scuola, alle 7.03 la telecamera del ponte Sant’Angelo vede la ‘Sonica’ che poi sapremo essere intestata a una delle figlie di Vantaggiato. Alle 7.07 viene ripresa dal chiosco. Arriva in zona, in quel momento non c’era nessuno. La Sonica gira, evidentemente aspetta che arrivi qualcuno. Alle 7.14, dalle telecamere del chiosco ‘Il panino dei desideri’, si vede Vantaggiato che fa un sopralluogo. Impiega 12 secondi, controlla la via di fuga, ritorna indietro. Anche qui poteva far esplodere, ma non lo fa. Attendeva che la zona si riempisse. Attende, con un atteggiamento agghiacciante. Alle 7.27 la stessa Sonica passa di nuovo davanti a scuola. Alle 7.31 si vede la Sonica che svolta a sinistra. Alle 7.31 Vantaggiato svolta, parcheggia, si avvicina al chiosco. E’ stato molto attento a questo momento, come quando una persona lancia un elefante su una cristalliera. C’è un continuo via vai di persone. Poi passa qualcuno, passa un’altra persona dal passaggio pedonale della scuola. Poi Vantaggiato pigia la prima volta. Altre persone attraversano le strisce. Poi l’esplosione e lui si allontana subito dopo”. Il pm ha sottolineato che in quella zona “un affollamento umano c’era sempre. Vantaggiato sapeva bene che era un flusso di persone incontrollabile. E’ la prova provata che voleva uccidere, non Melissa, Vanessa. Ma qualunque persona”. Vantaggiato aveva predisposto un altro attentato, secondo gli inquirenti: “Lo ricaviamo dal ritrovamento di altri tre ordigni esplosivi, due dei quali identici”. Quel 19 maggio, in ogni caso, Vantaggiato “ha provocato una strage che ha avuto come effetto quello di intimidire il Paese”.
Il magistrato ha sottolineato che “Vantaggiato ha realizzato il suo sogno. Ha pigiato, poi è stato lì a godersi lo spettacolo. Se ne va quando è sicuro che l’evento delittuoso è stato compiuto. Esce tranquillo. Voleva essere sicuro di aver completato l’operazione”. “Vantaggiato era lucido” ha detto ancora il pm. “Al di là di ogni ragionevole dubbio è stato capace di partecipare al processo”. Il pm ha respinto la tesi che l’imprenditore avesse problemi economici. “Non esistono – ha detto – Non si facciano speculazioni. Non si piange miseria con 400 mila euro di azioni depositate, con una barca da un miliardo (di lire, ndr); noi la stiamo vendendo, abbiamo offerte per 270mila euro. Il fatto che avesse un mutuo, fa capire che stava bene, perchè le banche non fanno mutui ai poveri disgraziati”.
All’interno dell’aula Metrangolo, dove si celebra il processo a Vantaggiato, cinque compagne di scuola di Melissa rimaste ferite nell’attentato indossano una maglietta con la foto della ragazza uccisa. Sono Selena, Azzurra, Sabrina, Vanessa e Veronica. Sulla maglietta c’è scritto “Lo sapeva il destino che noi siamo più forti di lui, noi non dimentichiamo, giustizia”. In aula anche i coniugi Bassi, i genitori della vittima sedicenne, e anche Vantaggiato, reo confesso.