L’annuncio è stato dato a Tokyo dal presidente Takanobu Ito. La casa automobilistica giapponese ha dominato il circuito dal 1988 al 1992 grazie al campione brasiliano e a quello francese
Il ritorno della Honda in Formula Uno sta già mandando in visibilio gli appassionati. Non fosse altro perché l’annuncio di una rinnovata partnership con la McLaren, cui la casa giapponese fornirà i motori a partire dal 2015, riporta alla memoria la macchina guidata da Senna e Prost che nel 1988 riuscì a vincere 15 delle 16 gare in calendario. Un’alchimia perfetta tra ingegneria aerodinamica e motore, sublimata dai duelli fratricidi in pista tra i due fenomenali piloti, che riporta d’attualità una delle più scintillanti età dell’oro della Formula Uno. L’annuncio è stato dato a Tokyo dal presidente della Honda, Takanobu Ito, che ha spiegato che quello con McLaren è il primo accordo chiuso di una serie di trattative in corso con altre scuderie, su cui spinge molto la Fia, in vista del rientro della casa giapponese nel circus.
Già vincente con il motore turbo montato sulla Williams di Mansell e Piquet, il dominio Honda comincia con la McLaren e quel campionato del 1988, in cui il nuovo arrivato Senna ebbe l’ardire di sfidare il campionissimo Prost, arrivando a schiacciarlo contro il muretto durante il Gp del Portogallo. Era la 13ma gara della stagione, e la 12ma vittoria della McLaren-Honda che aveva lasciato il podio all’accoppiata del cavallino Berger–Alboreto solo nella gara precedente, il primo GP di Monza dalla morte di Enzo Ferrari. Poi altre due vittorie e il 15 su 16 finale. L’anno dopo Prost si prese la rivincita sul collega e campione in carica Senna. E nel 1990 il francese passò alla Ferrari solo per litigare ancora in pista con Senna – memorabile l’incidente al via in Giappone – e lasciare di nuovo la corona al brasiliano. E alla McLaren-Honda la classifica costruttori.
Nel 1991 ancora doppietta, con Senna e il titolo costruttori. Fino a che nel 1992 comincia il dominio delle Williams-Renault, e la Honda si ritira dalle corse. Presente con una propria macchina dal 1964, salvo ritirarsi nel 1968 dopo la morte di un loro pilota, Honda era rientrata come fornitrice di motori negli anni Ottanta per Lotus, McLaren e Williams, vincendo sei titoli costruttori (di cui tre con Senna e uno con Prost alla McLaren) prima del nuovo addio nel 1992. Poi il ritorno nel 2000 con la Bar, che nel 2006 diventa per un attimo Honda, prima che nel 2008 l’allora presidente Takeo Fukui annunci il ritiro definitivo “a causa della crisi economica globale”.
Colpita duramente dallo tsunami del 2011, la Honda è riuscita a rialzarsi in piedi e a proporsi come sostituta di Mercedes, che alla McLaren forniva motori dal 1995. Determinante per il rientro in Formula Uno, l’introduzione del nuovo regolamento, che dal 2014 prevede per le auto in corsa un motore 1.6 litri a iniezione diretta turbo V6 e l’abbandono dell’attuale 2.4/V12. Il ritorno dopo 23 anni dell’accoppiata più vincente della storia della circus, promette nuove sperimentazioni sul motore e, soprattutto, maggior spettacolo. Come ha detto Takanobu Ito: “Per questo abbiamo scelto la McLaren per ripartire. Lo dice anche la storia, loro sono i partner ideali per vincere e i nuovi regolamenti della Fia ci stuzzicano non poco. Per noi questo è un nuovo inizio in F1”. Nel nome della nostalgia.