Il provvedimento della ex capogruppo al Senato del Pd è già pronto, ma rischia di essere una bomba al vertice di maggioranza di mercoledì. Della partita potrebbero essere anche Cinque Stelle, Sel e Lega. Ma provocherebbe più di un problema a Letta
La prima firmataria è Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato. Il disegno di legge è pronto e sarà presentato la prossima settimana. Abrogazione del Porcellum e ritorno al Mattarrellum, con alcune correzioni, questo il tema. Un’accelerazione che la decisione di oggi della Cassazione rende ancora più stringente secondo la ex-presidente dei senatori del Pd. Ma che rischia di essere una bomba sul tavolo del vertice di maggioranza convocato, a quanto si apprende, per mercoledì.
Il Pdl, infatti, non vuol sentir parlare di ritorno al Mattarellum. Oggi lo ha ribadito per tutti, il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri: “La legge elettorale va cambiata ma non è il ritorno al Mattarellum la soluzione che potrebbe garantire più libertà di scelta agli elettori. Era una pessima legge e non tornerà. Altri sono i metodi per dare più peso alla scelta dei cittadini. Non certo collegi dove paracadutare notabili”. Il vertice si terrà mercoledì a palazzo Chigi. Ci saranno Dario Franceschini, Gaetano Quagliariello, i capigruppo di maggioranza di Camera e Senato e il presidente del Consiglio Enrico Letta. La sua presenza è legata alla partecipazione al Consiglio straordinario di Bruxelles, in programma alle 13. All’ordine del giorno della riunione la riforme e, appunto, la legge elettorale.
Mattarellum senza scorporo e riequilibrio della rappresentanza
Il ddl Finocchiaro punta a un ritorno al Mattarellum con tre correzioni: l’eliminazione dello scorporo, l’introduzione di una norma di riequilibrio della rappresentanza e la previsione di un meccanismo teso ad evitare che si formino maggioranze diverse alla Camera e al Senato. Oggi la presidente della commissione Affari Costituzionali è tornata sul punto commentando la sentenza della Consulta che evidenzia rischi di incostituzionalità del Porcellum: “C’è una sentenza della Corte costituzionale che dice cose precise e penso che la miglior risposta che le forze politiche possono dare, la più responsabile e inequivoca, sia quella della scelta di abrogare la legge Calderoli e di tornare al Mattarellum con le dovute correzioni”. Ieri Finocchiaro ha incontrato il neosegretario del Pd, Guglielmo Epifani, al partito. Un incontro durante il quale si è fatto il punto anche sui temi che riguardano l’attività della commissione e Finocchiaro, a quanto viene riferito, ha ottenuto il via libera di Epifani ad andare avanti sulla strada del ritorno al Mattarellum. “E’ la posizione del Pd”, dicono dal Nazareno.
Tuttavia, benché il fronte democratico per il ritorno al vecchio sistema sia ampio, c’è chi è più cauto. “Non è la posizione ufficiale del Pd. Non l’abbiamo mai discussa in alcuna sede”, spiega Gian Claudio Bressa. “Non abbiamo mai discusso in nessuna sede ufficiale del fatto che il ritorno al Porcellum sia la posizione ufficiale del Pd”, dice Bressa. Personalmente, aggiunge, “non ho niente in contrario, ma bisogna vedere come evolvono le cose. Abbiamo una sentenza che ci indica chiaramente alcuni punti di incostituzionalità del Porcellum. Possiamo intervenire su questi con alcune modifiche oppure andare verso un altro sistema elettorale”.
Chi potrebbe starci (e chi no)
Tuttavia la proposta della Finocchiaro potrebbe mettere in difficoltà, certo, gli equilibri del governo (sono giorni che il Pdl frena sul ritorno al Mattarellum), ma potrebbe aprire scenari imprevedibili. Il Movimento Cinque Stelle propone da tempo l’abrogazione del Porcellum e il ritorno del Mattarellum. Il resto del centrosinistra (Sel) è naturalmente della partita. Ma anche la Lega Nord, per esempio, visto che Roberto Calderoli, il padre della “Porcata”, nei giorni scorsi ha annunciato una legge che preveda una sola riga (“Abroghiamo il Porcellum e torniamo alla legge precedente”) e oggi insiste: “Quello che sostiene oggi la Cassazione io l’ho fatto già sette anni fa. Sono lieto che ora si sveglino anche loro. Benvenuti tra coloro che sollecitano una riforma della legge elettorale. Io l’ho fatto da tempo ma finora sono rimasto solo nel deserto”. Contraria certamente Scelta Civica, visto che con un sistema di collegi non avrebbe alcuna speranza di contare qualcosa.
Il Pdl frena (e pure il governo)
Trovare l’intesa su un diverso sistema elettorale è complicato come si è visto in passato. E il Pdl ha già fatto sapere di non essere d’accordo sul ritorno al Mattarellum. Lo stesso governo ha dato indicazione di procedere con gradualità e di mettere mano per il momento soltanto a delle modifiche. Il dossier è in mano a Quagliariello che, dopo l’audizione in Parlamento, sentirà le forze politiche. La “safety net” di cui ha parlato Enrico Letta a Spineto resta la strada più praticabile, con modifiche light al Porcellum per aggirare i rilievi di incostituzionalità e garantire una “via di fuga” nel caso in cui ci fosse un’accelerazione verso le urne. Un concetto ribadito anche oggi da Franceschini, secondo cui intanto occorre lavorare per vedere se ci sono margini di intesa tra le forze della maggioranza per quella “clausola” di salvaguardia sul Porcellum. Poi si entrerà nel merito delle correzioni.