Intanto il presidente John Elkann sottolinea che il Lingotto è "ben presidiato ovunque opera", rispondendo all'ipotesi sempre più ventilata che l'amministratore delegato del gruppo sposti il quartier generale da Torino a Detroit dopo la fusione con Chrysler
“Come tutte le grandi organizzazioni la Fiat è ben presidiata ovunque opera”, ha detto il presidente del Lingotto, John Elkann, interpellato dai giornalisti sull’ipotesi sempre più ventilata che Sergio Marchionne sposti il quartier generale da Torino a Detroit dopo la fusione con Chrysler. Intanto, però, l’amministratore delegato di Fiat dimostra di non credere abbastanza nell’Italia.
Il 14 e 15 maggio scorsi il numero uno del gruppo torinese ha infatti venduto azioni Fiat Industrial per 2,11 milioni di euro e Fiat per 1,18 milioni. Contemporaneamente ha invece investito 3,34 milioni in Cnh, controllata olandese della famiglia Agnelli per le macchine agricole quotata negli Stati Uniti, che si fonderà nel terzo trimestre dell’anno con Fiat Industrial creando una società di diritto olandese, con tutti i benefici fiscali del caso.
Secondo quanto riportato dagli internal dealing di Borsa Italiana, le azioni Fiat Industrial sono state cedute al prezzo unitario di 8,81 euro il primo pacchetto e di 8,79 euro il secondo, mentre i titoli Fiat sono stati ceduti al prezzo unitario di 4,95 euro. Le azioni Chn sono state invece acquistate a 43,08 dollari il primo giorno e in seconda battuta a 42,67 dollari.
Nei giorni scorsi l’agenzia americana Bloomberg, citando fonti ben informate, ha avvertito che Marchionne sta valutando la possibilità di trasferire il quartier generale di Fiat da Torino negli Stati Uniti, confermando le indiscrezioni che erano nell’aria da tempo. L’azienda torinese ha poi rilasciato un comunicato per avvertire che il trasferimento “non è all’ordine del giorno come ha recentemente ricordato Marchionne”, senza però negare completamente tale ipotesi.