Un rettangolo rosso, a pochi metri da un’auto blindata e dai resti carbonizzati di Paolo Borsellino. A vent’anni dalla strage di via d’Amelio, compare così, con un colpo di teatro, l’Agenda Rossa del magistrato assassinato il 19 luglio del 1992. Quasi una macchia rossa sull’asfalto, che appare quasi perfettamente integra negli attimi dopo l’esplosione che fece strage di lui e dei cinque ragazzi di scorta.

In un fotogramma del video girato dai vigili del fuoco l’agenda rossa sull’asfalto. Il fotogramma in cui sembra comparire a sorpresa l’agenda rossa è contenuto nel video girato dai vigili del fuoco negli attimi immediatamente successivi alla deflagrazione della Fiat 126 imbottita di esplosivo. Da anni è agli atti delle varie indagini sul botto di via d’Amelio. Nessuno però si era mai accorto di quel particolare: quel piccolo rettangolo rosso sull’asfalto, notato oggi da Repubblica. Il taccuino non era quindi nella borsa come si è sempre ipotizzato.

Il procuratore di Caltanissetta: “Se fosse vero sarebbe pazzesco”.  “Se fosse vero sarebbe pazzesco’commenta il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, titolare dell’ultima indagine sulla strage di via d’Amelio. Quel video dei vigili del fuoco è agli atti anche della sua inchiesta.“Al 99 per cento è stato visionato dalla Scientifica – spiega Lari – che ha raccolto tutti i filmati girati dopo la strage. Noi accerteremo di averlo comunque agli atti, ma c’è da chiedersi per quale motivo non sia stato segnalato come rilevante”. Già, perché adesso la prima domanda da porsi è questa: come mai in vent’anni di indagini nessuno si è mai accorto di quel piccolo, importantissimo, particolare? “Certamente c’eè da capire cosa sia accaduto – continua Lari – Borsellino aveva qualcosa sotto l’ascella ma dal corpo sono saltati via gli arti: questo è compatibile col ritrovamento dell’agenda integra come si vede dalla foto?” In effetti l’immagine contenuta nel filmato, mostra un’agenda che sarebbe eccezionalmente scampata alla devastante esplosione, capace di danneggiare i palazzi e tutte le automobili parcheggiate in via d’Amelio.

“Come sapete, sono uno che tiene sempre ad accertare la verità. La verità e la giustizia. Quindi qualsiasi passo avanti si può fare, per me è un fatto positivo comunque” ha commentato il presidente del Senato Pietro Grasso. “Siamo in piena fase d’indagine valuteremo ogni elemento nuovo, anche quelli più improbabili” spiega invece Nico Gozzo, aggiunto a Caltanissetta. 

Le indagini sulla valigetta e il sopravvissuto che ricorda Borsellino con qualcosa sotto braccio. Le varie inchieste della Procura nissena avevano cercato in tutti i modi di ricostruire gli istanti successivi alla strage, focalizzando l’attenzione soprattutto sulla valigetta di pelle del giudice, prelevata dalla blindata e poi riposta nuovamente sul sedile posteriore dell’automobile. Proprio recentemente era stato scoperto un filmato, in cui si vede l’allora capitano dei Carabinieri Giovanni Arcangioli, camminare tra via d’Amelio e la vicina via Autonomia Siciliana reggendo la valigetta di Borsellino. Arcangioli è stato assolto nel processo che lo ha visto imputato per il furto dell’agenda. Nella sentenza di assoluzione, il gup riporta la testimonianza di Antonio Vullo, l’unico agente scampato alla strage (era rimasto in auto) che “sosteneva di aver notato poco prima dell’esplosione il magistrato nell’atto di accendersi una sigaretta e con qualcosa che teneva sotto braccio. Della prima circostanza aveva precisa memoria della seconda si esprimeva in forma dubitativa”.

A parte un crest (stemma, ndr) dei carabinieri, Arcangioli non ricordava di aver intravisto materiale interessante dentro la borsa, ammettendo però di averla aperta. La borsa, come testimoniato da una relazione di servizio della polizia, venne poi consegnata alla squadra Mobile allora diretta da Arnaldo La Barbera. Dentro venne ritrovato un costume ancora bagnato (la mattina Borsellino era stato al mare), un mazzo di chiavi, due pacchi di sigarette, oltre al crest citato da Arcangioli. Dell’agenda però nessuna traccia. Un mistero nel mistero, dato che le prime indagini su via d’Amelio furono depistate dalle delle false dichiarazioni di Vincenzo Scarantino, malavitoso della Guadagna elevato a boss di rango da un’informativa dei Servizi. Già pochi giorni dopo la famiglia aveva fatto notare la mancanza di quel taccuino su cui Borsellino era solito appuntare le informazioni più delicate di cui era a conoscenza. “Aspettiamo le verifiche che faranno i colleghi di Caltanissetta ma se quel filmato racchiudesse la verità sull’agenda rossa, vorrebbe dire che qualcuno ha intenzionalmente occultato questo elemento perchèénon voleva che saltasse fuori” dichiara l’ex procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia.

Ancora senza nome il presunto 007 che tentò di coprire l’agenda con un pezzo di cartone. Per la procura di Palermo il magistrato palermitano venne assassinato perché a conoscenza dell’esistenza della Trattativa tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra. In questo senso era necessario per i mandanti dell’eccidio far sparire quell’agenda che rappresenta la scatola nera della Seconda Repubblica. Adesso, mentre a Caltanissetta è in corso il nuovo processo sugli autori della strage, l’agenda rossa, sembra ricomparire a sorpresa. Ma c’è di più. Perché in quel video dei vigili del fuoco si vede anche altro: c’è un uomo in abiti civili che si aggira intorno ai resti di Borsellino e tenta più volte di coprire l’agenda con un pezzo di cartone che si trova sull’asfalto. Chi è quell’uomo? E perché si aggira tra i resti di Borsellino indisturbato. L’ispettore Giuseppe Garofalo, in una testimonianza resa agli inquirenti, aveva raccontato di aver visto un uomo “in abiti civili” aggirarsi sulla scena della strage, poco dopo la deflagrazione. Garofalo fermò quell’uomo chiedendogli cosa ci facesse nella zona. “Sono dei Servizi” gli rispose quell’uomo, che ancora oggi è rimasto senza volto.

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