Qualche giorno fa a scuola di Diletta si è tenuto l’ultimo GLH. Si è parlato di prove d’esame per la licenza media; si è discusso sul percorso del triennio, sulla sua evoluzione. Non posso nascondere che nonostante il mio ingombro fisico non indifferente, mentre i professori raccontavano mi sentivo felice, serena… leggera.

Non sono stati facili questi tre anni. Diletta arrivò in quella scuola in un momento molto difficile della sua vita. Aveva subito da poco un crollo mai definitivamente spiegato, di tutte le sue competenze. Nel trimestre estivo, durante la quarta elementare, accadde qualcosa di inspiegabile e terribile che la portò a gridare per due anni consecutivi. Sono stati i più difficili di tutta la mia vita. E così, forse anche per questo, mentre ascoltavo con attenzione i programmi specifici per ogni materia d’esame, sentivo mia figlia nell’anima. Sentivo che tutta la stanchezza, il senso di impotenza che spesso ci attanaglia, il dubbio… tutto aveva condotto ad aiutare Diletta.

Non da ultimo il fatto di per sé apocalittico e positivo al di sopra di ogni aspettativa… mentre l’equipe partecipava al GLH Diletta era con la sua classe e con un effervescente, efficiente e efficace insignante di educazione motoria, in palestra. Senza AEC, senza sostegno… era lei, integrata con la classe e con il suo prof durante l’ora più difficile da gestire: educazione motoria!

Ma non è finita qui: bussa alla porta la sua probabile insegnante di sostegno del liceo artistico che frequenterà. E’ entrato il sole. L’insegnante ha ascoltato, è poi intervenuta in alcuni discorsi. E con grande maestria ha un po’ testato il muro che c’era intorno a noi. Ha avanzato alcune proposte didattiche che mi hanno affascinato: fotografare i lavori svolti manualmente dagli altri e creare delle rassegne fotografiche per stimolare il gusto estetico, uscite nelle zone limitrofe della scuola alla scoperta del territorio ricco di storia e arte e così… a portata di classe e ruote…

Che dire di più? voglio crederci, voglio anche restituire speranza a coloro che incontrano sempre e solo ostacoli e barriere.

Sono consapevole che bilanciare il tutto sarà una vera impresa ma so anche che siamo al terzo giro di boa e ormai siamo cavalli ben serrati… potremo farcela. Intanto ho negli occhi l’immagine di Diletta che incontra la futura “prof.”: un sorriso bellissimo. La maliconconia di lasciare la sua attuale insegnante alla quale vuole molto bene ma anche la naturale esigenza di andare oltre… perché a dispetto dell’ignoranza e dell’indifferenza la mia prima bambina è diventata proprio una ragazza. E come tutte le mamme la guardo e la vedo così bella, dolce, brava, buona… è proprio vero che le mamme sono fatte così… si emozionano davvero spesso. E’ la parte buona della mia vita. Emozionarmi per un sorriso, per un sogno, per un piccolo traguardo raggiunto.

Ed era giusto venire a raccontarlo a quegli amici virtuali che con tanto cuore e tenerezza mi dedicano il loro tempo, mi confortano e mi aiutano a divulgare l’inclusione … Buona giornata a tutti.

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