Sembrava che il Pd avesse “vinto” la battaglia sull’ennesima riproposizione del condono edilizio da parte del Pdl, ma un’intervista dell’ex ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma al quotidiano Il Mattino potrebbe riaprire la partita. “Non capisco dove stia lo scandalo, riteniamo di avere ragione e porteremo avanti la nostra battaglia” afferma il presidente della commissione Giustizia del Senato, e coordinatore del Pdl in Campania, dopo le polemiche per l’emendamento presentato (e poi ritirato) dal senatore Domenico De Siano per riaprire i termini del condono 2003, sottolineando che “forse Lupi non è a conoscenza del problema, gliene parlerò”. L’ex Guardasigilli del tema condono aveva già parlato nella sua prima intervista da presidente della commissione Giustizia: “Presenteremo subito una iniziativa di legge per tutelare gli interessi dei cittadini campani che non possono vedere andar giù la loro casa”. I dati nella sola Campania, dove come in altre altre regioni sono previste le amministrative tra meno di una settimana, sono impressionanti: 129mila case illegali, 6mila ogni anno, 500 al mese, 16 al giorno.
Senza dimenticare e sono dati di Legambiente che l’81% dei comuni sciolti per mafia in Campania negli ultimi vent’anni è stato commissariato anche per gli abusi edilizi e per il mattone illegale. In provincia di Napoli sono l’83%, il 77 in quella di Caserta. Napoli città ha anche un record, Pianura, 58mila abitanti e 70mila domande di sanatoria, il quartiere con il più alto indice di abusivismo d’Italia.
Eppure non si tratta, spiega Palma, di “una nuova sanatoria ma di consentire che in Campania si possa usufruire” di quella norma, “dalla quale i cittadini campani furono tenuti fuori perché la Consulta bocciò la legge regionale” che la doveva recepire. “Noi vogliamo che quel diritto venga tutelato ed è per questo che in Senato ho presentato una mia proposta di legge. Non comprendo – aggiunge Palma – un atteggiamento così rigido ed ideologico verso un problema che riguarda decine di migliaia di famiglie”, anche perché “vogliamo sanare le abitazioni di necessità ma abbattere gli ecomostri e le case costruite a fini speculativi”. L’emendamento presentato da De Siano proponeva di riaprire, fino al 31 dicembre 2013, i termini del condono edilizio 2003. Il Pd ieri aveva denunciato che si voleva “giustificare questo condono destinando le risorse recuperate dalla sanatoria per interventi straordinari in favore” dei terremotati dell’Emilia-Romagna. Ma la proposta era stata ritirata. Difficilmente il Popolo della Libertà, che ha già vinto in Campania le elezioni con questo tipo di promesse, rinuncerà: in campagna elettorale, come del resto aveva fatto per l’Imu, Silvio Berlusconi aveva promesso: “Se vinco farò condono tombale ed edilizio”.