"Troades" è la rappresentazione teatrale liberamente tratta dall'opera di Euripide "Le troiane". La compagnia "aTm" mette in scena il testo classico, ma Ècuba, Andromaca e Cassandra vanno incontro al loro destino: essere bottino di guerra dell’esercito greco vincitore. E alle loro tragedie si alternano sguardi su storia e attualità della discriminazione di genere
Il Centro Abcd per lo studio dei problemi di genere dell’Università Bicocca di Milano accende oggi, martedì 21 maggio alle 15, i riflettori sulla violenza maschile, sulle azioni che le donne mettono in campo per difendersi e sulla necessità di educare al dialogo e alla valorizzazione delle differenze. E lo fa ospitando “Troades. Oratorio per le vittime della violenza nel percorso dell’umanità“, spettacolo liberamente tratto dalla tragedia di Euripide “Le troiane”. La compagnia teatrale “aTm” mette in scena il testo classico, rappresentando la sofferenza delle donne di Troia, catturate come prede, fatte schiave e violentate dai greci, in una riscrittura che, pur restando fedele a Euripide, diventa simbolo universale della violenza che il genere femminile subisce da sempre. Sul palco, infatti, Ècuba, Andromaca e Cassandra vanno incontro al loro destino: essere bottino di guerra dell’esercito greco vincitore. E alle loro tragedie si alternano sguardi su storia e attualità della violenza di genere.
Uno spettacolo teatrale, dunque, che alza il sipario e ci mostra il volto delle vittime, di donne umiliate e spogliate delle loro identità, oggi come allora, e diventa preludio di una riflessione a più voci (scarica il programma). Ne “Le troiane” di Euripide è possibile infatti rintracciare storie e sofferenze attuali: di donne vittime della guerra, della schiavitù, di uccisioni. “Ricorriamo dunque al linguaggio dell’arte, del teatro, per concludere il ciclo di seminari sulla violenza di genere organizzati quest’anno dal centro interdipartimentale dell’ateneo”, precisa Carmen Leccardi, direttrice del Centro Abcd. “Questa tragedia – aggiunge Barbara Biscotti, storica del Diritto e docente al Dipartimento dei Sistemi giuridici alla Bicocca – mette in scena la sofferenza delle donne che affrontano le conseguenze della guerra, una guerra prettamente maschile che si trovano a subire. Ne mette in scena drammi personali e dignità, mostrandoci i modi diversi in cui le protagoniste reagiscono e offrendoci, così, un messaggio universale sulla possibilità di reagire ai soprusi maschili, un messaggio che ci può aiutare a leggere anche la realtà presente”.
Calato il sipario, sulle ragioni della violenza di genere si continua a riflettere nella tavola rotonda cui partecipa anche la regista di “Troades”, Mariella Parravicini, che lavora con studenti ed ex studenti del liceo Manzoni di Milano su temi classici ma pur sempre attuali, portando così all’attenzione dei giovani questioni che meritano di essere affrontate, discusse e comprese, come la tragedia delle donne stuprate o uccise per mano di uomini. E lavorare con i giovani è fondamentale per innescare quel cambiamento culturale che metta al bando disparità, pregiudizi di genere e violenza che, spesso tra le mura domestiche, rende le donne vittime sacrificali di una cultura patriarcale. Ne è convinta la giurista Biscotti: “Se non si agisce infatti sul cambiamento di mentalità non se ne viene fuori, perché in fondo tanti, piccoli pregiudizi di genere sono alla base di quelle situazioni patologiche che sfociano in femminicidi. Esaminando per esempio i dati processuali emerge che gli episodi di violenza sono quasi sempre l’esito terrificante di una certa mentalità che, goccia dopo goccia, attecchisce generando mostri: la convinzione che la differenza sia un elemento di disvalore invece che di ricchezza. Bisogna, dunque, scalzare e scardinare con la cultura del rispetto i pregiudizi e i dogmi della cultura patriarcale, se vogliamo effettivamente sconfiggere la violenza maschile sulle donne”.