La numero uno del Fondo monetario convocata dalla Corte di giustizia della Repubblica francese a rispondere del celebre caso di corruzione legato all'acquisto della Adidas da parte del miliardario. I giudici devono appurare se, da ministro, il successore di Dominique Strauss-Kahn abbia agevolato in modo illecito un'operazione che costò alle casse pubbliche oltre 400 miliardi di franchi
Christine Lagarde, attuale direttore generale del Fondo monetario internazionale ed ex ministro dell’Economia francese ai tempi di Nicolas Sarkozy, qualche giorno fa ha cercato di minimizzare. “Niente di nuovo sotto il sole, sono molto contenta di fare un viaggetto a Parigi per qualche giorno”, ha detto, riferendosi alla convocazione della Corte di giustizia della repubblica (Cjr) su un vecchio caso di corruzione, la spinosa vicenda Tapie-Adidas. Sarà, ma apparentemente non c’è molto da ridere, perché in Francia, a partire dal quotidiano Le Monde, in genere molto affidabile, ne sono tutti sicuri: giovedì e venerdì i giudici della Cjr, l’organismo che si occupa a livello giudiziario dei ministri e dei presunti reati commessi da ex ministri, mentre ricoprivano il loro incarico, dovrebbero comunicare alla Lagarde l’apertura di un’inchiesta a suo carico.
Le accuse sono di quelle sostanziose, anche distrazione di fondi pubblici. Tanto più che la donna, succeduta alla guida dell’Fmi a un altro francese, Dominique Straus-Kahn, travolto da uno scandalo a sfondo sessuale, ha dovuto sottoscrivere a Washington un codice etico estremamente rigido. Questo si deve applicare al direttore generale solo “nell’esercizio delle sue funzioni”, ma in ogni caso l’incriminazione potrebbe rappresentare una zavorra per la Lagarde e la sua immagine, proprio ora che, con una crisi economica forte a livello mondiale, il Fondo monetario internazionale si ritrova spesso al centro dell’attenzione.
Veniamo alla vicenda in questione, un’eredità dell’era Sarkozy e dei sospetti di corruzione che quella gestione si porta dietro ancora oggi. Era il 2007. Sarkozy era appena stato eletto Presidente. E la Lagarde nominata responsabile del dicastero dell’Economia. A lei venne affidata la soluzione dell’annosa vertenza Tapie-Adidas. Bernard Tapie, raider e attore, prima vicino ai socialisti e poi diventato consigliere di Sarkozy, aveva rilevato nel 1990 il produttore di scarpe sportive, in gravi difficoltà, con i finanziamenti di Crédit Lyonnais, banca pubblica. Questa, però, lo aveva poi scaricato, facendo fallire le società di investimento di Tapie. Lui innescò subito una battaglia per essere risarcito. Ebbene, la Lagarde, dovendo trovare una soluzione, decise poi di trasferire quella patata bollente dalla giustizia ordinaria alla negoziazione privata. E’ la decisione (già aspramente criticata ai tempi e messa in relazione a possibili pressioni dell’allora Presidente) che ora i magistrati della Corte di giustizia contestano. Anche perché l’anno successivo Tapie ottenne da quell’arbitrato un risarcimento record di 403 milioni.
Al netto delle pendenze con il Fisco, il “pirata Bernard” ha intascato la bellezza di 240 milioni dallo Stato. Oltre alla prima decisione di sottrarre il caso alla giustizia ordinaria, la Cjr sta indagando anche sul fatto che l’ex ministro non abbia deciso di fare ricorso contro quella decisione, così gravosa per le casse pubbliche. Nella perquisizione a sorpresa del domicilio parigino della Lagarde nel marzo scorso sarebbero state trovate prove scottanti che proverebbero un atteggiamento volutamente poco combattivo, a causa di pressioni di Tapie e di Sarkozy. I quali, in quei mesi, come provato dalle agende dell’ex presidente, passate al setaccio nel quadro di altre inchieste giudiziarie, si incontrarono a più riprese segretamente all’Eliseo.
In ogni caso non solo la giustizia ha seri dubbi sulla decisione presa dall’arbitrato privato. Anche l’attuale ministro dell’Economia Pierre Moscovici ha appena annunciato che il dicastero potrebbe presentare un ricorso per l’annullamento dell’arbitrato del 2008, “sebbene questa decisione non riguarderebbe Christine Lagarde, che conserva la fiducia delle autorità dello Stato”. Sembra che François Hollande non voglia scaricare la connazionale, in nome degli interessi nazionali. Ma dipenderà anche da quello che troveranno (o hanno già trovato) i magistrati della Corte di giustizia. Se la Lagarde è stata solo uno strumento inconsapevole nelle mani di Sarkozy e di Tapie. O assolutamente consapevole.
aggiornato da redazioneweb il 17 dicembre 2015